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Comportamenti green, che fatica!

Nella prima edizione della ricerca Agos Insights, realizzata in collaborazione con Eumetra, la transizione in chiave sostenibile è un concetto chiaro agli italiani, che spesso, però, si scontra con le difficoltà di attuazione delle buone pratiche, nel quotidiano

Quando si parla di energia, soprattutto in questi ultimi mesi, le antenne si drizzano. Quando all’energia si affianca il termine sostenibilità, spesso le questioni si complicano ancora di più. La quasi totalità degli italiani, in teoria, è molto favorevole a fonti alternative per assicurarsi l’energia che utilizza, ma è poco fiduciosa sulla reale fattibilità di approvvigionamento. Insomma: bella la sostenibilità, ma che fatica. Le abitudini delle famiglie sul fronte green si scontrano spesso con le difficoltà di attuazione delle buone pratiche, nel quotidiano. Se da un lato è vero che gli italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità e alle tematiche a essa collegate lo è altrettanto che “metterla in pratica con azioni concrete” richiede uno sforzo importante, come ha verificato la prima edizione della ricerca Agos Insights. I nuovi consumi sostenibili, realizzata da Agos in collaborazione con Eumetra, con l’obiettivo di offrire risposte adatte a supportare la transizione in chiave sostenibile. 

Si guarda al risparmio economico 

Tra i dati più significativi emerge come la transizione energetica sia più facile all’interno delle abitazioni: il 71% degli intervistati dichiara di aver modificato i propri comportamenti in casa, tanto che il 69% ha adattato le proprie abitudini ai fini di un maggior risparmio energetico, pratica collegata direttamente alla riduzione delle spese. Gli italiani sembrano essere molto interessati alle “potenzialità di un miglioramento della classe energetica di casa (90%) e degli elettrodomestici (94%)”, ma soprattutto in chiave di risparmio economico. Nonostante siano chiare queste esigenze, solo il 38% degli intervistati si rende conto dell’impatto dell’utilizzo degli elettrodomestici sulla bolletta e solo la metà (51%) è a conoscenza della classe energetica del proprio immobile. 

Le difficoltà delle generazioni di mezzo 

Le carenze maggiori, però, si indentificano sul versante della mobilità: “solo il 15% – si legge nello studio – dichiara di aver individuato soluzioni più green per spostarsi”. Uno dei freni principali alla modifica delle abitudini è rappresentato dal fatto che comportarsi in modo autenticamente sostenibile ha spesso un costo significativo. Le persone più in difficoltà sembrano essere quelle che vanno dai 30 ai 50 anni, alle prese con spese per la casa, per i figli, e stipendi che, sottolineano gli analisti, “non sempre consentono di seguire i comportamenti più virtuosi”. Banale dire che la Generazione Z fa eccezione, anche concretamente: è la più attiva nel cercare di comportarsi in modo sostenibile, anche quando questo costa qualcosa di più. La sostenibilità è una pratica perfettamente interiorizzata per i giovani. C’è da dire, però, che quella generazione, a differenza dei trentenni e quarantenni di oggi, non ha né le stesse possibilità né le stesse necessità di spesa e quindi si trova raramente a fare i conti con i costi reali della transizione. 

Idealisti e Concreti 

L’analisi di Agos arriva quindi a delineare quattro grandi tipologie di persone, con altrettanti diversi atteggiamenti verso la sostenibilità in base al grado di attenzione, di importanza attribuita al tema e alle risorse economiche a disposizione. Ci sono gli Idealisti (31%), un cluster giovane, soprattutto Gen Z, ma con risorse economiche a disposizione, spesso anche grazie alle poche spese da affrontare. “Sono i più orientati verso i temi della sostenibilità, quelli che li ritengono più importanti e che più ci stanno attenti nei comportamenti di tutti i giorni”, si legge nel rapporto. Poi ci sono i Concreti, il gruppo più numeroso (32%), prevalentemente composto da donne delle cosiddette età di mezzo (dai 35 ai 55), che ha a che fare con spese e impegni quotidiani che spesso non permettono di attuare comportamenti sostenibili quanto si vorrebbe: figli a carico, genitori anziani e diverse altre spese non permettono di affrontare i costi di molti prodotti sostenibili. 

Impossibilitati e Indolenti 

Gli Impossibilitati (21%) sono un gruppo principalmente maschile e con titoli di studio più bassi: hanno maggiori difficoltà nel fronteggiare le spese fisse e, si legge, “in questo quadro non stupisce che la sostenibilità sia ritenuta un tema secondario”. Hanno comunque qualche “comportamento green”, ma soprattutto collegato alla necessità di riduzione delle spese. E infine ci sono gli Indolenti (16%), altro gruppo a prevalenza maschile ma spesso con un buon grado di istruzione. Questo cluster sta bene economicamente e ritiene importante il tema della sostenibilità, ma sul lato pratico fa molto poco: sono contraddittori perché sarebbero, a parole, i più che disponibili a spendere di più e a utilizzare le proprie risorse per iniziative a favore della sostenibilità, ma all’atto pratico non vogliono cambiare i propri comportamenti. In tutti i gruppi, comunque, dicono gli analisti, emerge “una forte richiesta di consulenza” (82%), essenziale “per districarsi nel dedalo delle differenze e far capire meglio i vantaggi di una soluzione green”.