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Fonte immagine: Awax

La tradizione che guarda al futuro

La cera è un elemento di grande versatilità, impiegato in molti settori per migliorare la qualità dei processi di lavorazione e dei prodotti finiti. Anche se le esigenze del mercato sono molto diversificate, Sintesi & Ricerca è una realtà che punta alla realizzazione di una materia su misura, grazie all’innovazione nella ricerca e a un’elevata digitalizzazione

All’affermazione che un’impresa di produzione di cere è stata riconosciuta tra le migliori medie imprese italiane per la transizione digitale e lo sviluppo del business, qualcuno potrebbe alzare un dubbioso sopracciglio, avendo in mente qualche piccolo e romantico laboratorio di candele. Invece il dato riguarda Ser – Sintesi & Ricerca, una realtà che da Santena, in Piemonte, esporta in 50 paesi, a cui il riconoscimento è stato attribuito lo scorso gennaio dall’Italian Mid Cap Conference 2024 di Mediobanca.
Il primo mito da sfatare è che cera significhi solo candele: si tratta piuttosto di additivi che conferiscono proprietà indispensabili e che consentono sia di migliorare e di rendere più sostenibili i processi produttivi, sia di aumentare la qualità e le performance di innumerevoli prodotti finiti, dall’agricoltura all’alimentare, alla cosmetica e farmaceutica, agli adesivi e alle candele, nel packaging, nella produzione di metalli, di polimeri, nel tessile, nel legno, nelle costruzioni, fino agli pneumatici e alle materie plastiche.
“Normalmente, chi opera in questo settore persegue la competitività cercando di semplificare il proprio processo produttivo, standardizzando le cere tra le quali i clienti finali possono scegliere il prodotto più vicino alle loro esigenze” spiega Giuseppe Ambroggio, uno dei fondatori, ad di Sintesi & Ricerca e ceo del gruppo Awax. “Noi, invece, abbiamo dato vita alla nostra start up con il progetto di combinare l’approccio sartoriale tipico degli artigiani italiani con la digitalizzazione e l’automazione, in modo da poter garantire la perfetta replicabilità e competitività dei prodotti finiti e poter creare per ogni cliente una cera esclusiva, progettata intorno alle sue specifiche necessità”.
Ser è stata fondata da Giuseppe Ambroggio e dal fratello Piergiorgio, nel 1988. Sei anni prima, Giuseppe aveva iniziato a lavorare presso un’azienda di cere di Torino dove, grazie alla formazione di perito chimico, era entrato nel reparto tecnico commerciale occupandosi di vendita e supporto ai clienti. Piergiorgio era stato assunto nella stessa azienda l’anno successivo e insieme avevano iniziato a ragionare sul potenziale insito in un prodotto dalle applicazioni così vaste.
Il nome scelto, Sintesi & Ricerca, concretizza il forte orientamento verso lo studio di soluzioni e l’innovazione del prodotto: “noi facciamo nostri i molteplici aspetti del sistema in cui opera il cliente e li importiamo in un ambiente che abbiamo costruito proprio per gestire le complessità in maniera efficiente. È un approccio che ci rende unici, ma se da un lato dà origine a relazioni solide e durature con i clienti, dall’altro è molto impegnativo in termini di investimenti in R&D e nuove tecnologie, inclusa la digitalizzazione dei processi in tutte le loro fasi”. In cifre, questo impegno si traduce in una quota media annuale del 10% del fatturato reinvestito in ricerca, innovazione e digitalizzazione.


Giuseppe Ambroggio, ad di Ser e ceo del gruppo Awax


Le acquisizioni spingono la crescita

La via delle acquisizioni si rivela cruciale per la volontà di Ser di ampliare e completare l’offerta di cere speciali a livello globale, obiettivo perseguito mediante l’acquisizione di imprese in diversi paesi europei e negli Stati Uniti.
È questa politica che porta alla nascita di Awax, la holding creata nel 2019 per distaccare le controllate da Ser in un’ottica di razionalizzazione. “Queste società, che hanno una elevata specializzazione e sono radicate nei loro mercati da molti decenni, o anche da secoli, pur traendo vantaggi consistenti dalle sinergie con il gruppo sulla R&D, le tecnologie e le materie prime, hanno mantenuto i propri brand e la propria autonomia, arricchendo la gamma dell’offerta e il bacino di competenze a beneficio comune. Insieme siamo leader mondiali in innumerevoli applicazioni e nicchie di mercato e, complessivamente, nelle cere speciali per l’industria.”
La prima acquisizione, nel 1994, è stata l’impresa in cui i fratelli Ambroggio avevano iniziato la loro esperienza nella cera; poi l’inglese Price’s Candles, che dal 1840 fornisce le candele per cerimonie ed eventi della casa reale di Windsor, e la Cereria Sgarbi, che dal 1815 era il principale produttore di candele in Italia.
Oggi il gruppo Awax è costituito da sette società con stabilimenti produttivi in otto paesi, quattro centri di ricerca distribuiti tra Italia, Spagna, Germania e Francia per un totale di 100 ricercatori che collaborano con clienti di tutti i settori industriali, ubicati ovunque nel mondo. In totale, le aziende del gruppo contano 700 dipendenti, nel 2023 hanno registrato un fatturato di 560 milioni di euro, realizzato per il 70% con l’export verso i 5000 clienti attivi in circa 50 paesi.




Un’organizzazione che crea responsabilità

L’automazione e la struttura informatica sono la spina dorsale dell’azienda dalla sua nascita, affidate a Piergiorgio Ambroggio.
Ser ha una struttura organizzativa piatta e una responsabilizzazione molto elevata di chi opera nelle diverse fasi, anche in termini di potere decisionale. La produzione è divisa in macro-segmenti omogenei: Food e Agricoltura, Cosmetico e Farmaceutico, Industria, Candele, all’interno dei quali si opera con dei team. “L’obiettivo delle persone è capire in che modo la cera può creare valore per il cliente e concentrarsi sugli aspetti nei quali noi possiamo fare la differenza”. A supporto di queste analisi e decisioni ci sono i centri di ricerca, i brevetti e un database che raccoglie tutto quanto è stato creato in Sintesi & Ricerca fin dall’inizio della sua attività.
È certo però che una simile struttura organizzativa, dove ognuno è abituato a prendere decisioni e sono tutti legati al risultato, richiede persone preparate e fortemente orientate al lavoro in autonomia; “per questo assumiamo giovani neolaureati, in particolare biologi e chimici”, spiega Ambroggio. Arrivati in azienda li attende un percorso di formazione nelle diverse funzioni, iniziando dal controllo qualità per conoscere i prodotti, passando poi per la logistica e per il customer service, fino a essere destinati ai singoli progetti: “questo approccio dà loro tanta libertà e spesso all’inizio faticano a trovare la via per finalizzare, ma una volta interiorizzato il sistema le persone sono molto più forti e molto integrate; il loro obiettivo è creare valore per l’impresa e per questo hanno una premialità sui risultati”. L’azienda conta oggi in Italia 300 dipendenti e cresce al ritmo di 20-30 assunzioni all’anno, con un turnover praticamente nullo.




Digitalizzazione e sostenibilità, il ponte per il domani

Una delle intuizioni dei fratelli Ambroggio è stata la creazione fin dall’inizio di un database di informazioni che riguardavano ogni aspetto dell’attività ideativa, produttiva, logistica e commerciale. La struttura informatica nasce con l’azienda e oggi è ancora sviluppata internamente, con l’affiancamento di alcune piccole aziende specializzate sulle particolari esigenze di Ser. Segue ogni aspetto dell’automazione, ma il cuore è l’archivio informatico condiviso, dove sono raccolte le informazioni relative ai test e alle ricerche, le formulazioni, le caratteristiche delle materie prime, le esperienze e conoscenze e tutte le interazioni sia interne sia con i clienti e il mondo esterno.
Spiega Ambroggio: “mettere in un unico contenitore digitale tutta l’esperienza di 36 anni di lavoro garantisce che preziose informazioni rimangano disponibili per analisi future, utili a migliorare ulteriormente la qualità del prodotto e l’efficienza delle nostre produzioni e dei processi; solo la digitalizzazione rende possibile conciliare l’approccio su misura e la continua innovazione con una produzione seriale di qualità e riproponibile nel tempo”.
Oggi questa base di dati si presta perfettamente per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale che Ser sta implementando. “Attualmente l’AI è embedded nei nostri software, ma la sfida futura potrebbe essere quella di inserire dei bot che navighino nell’immenso database alla ricerca di regolarità che ci aiutino a diventare ancora più efficienti nella creatività e quindi nell’offerta al cliente. In pratica, potenziare con la digitalizzazione l’esperienza e la memoria storica”.
Il percorso di innovazione tocca oggi soprattutto la sostenibilità, tema molto sentito da Ser che ha annullato completamente gli scarti di lavorazione, grazie al loro recupero e riciclo immediato, e che ha i consumi energetici più bassi nel settore a livello mondiale. Dal 2010 ha dato vita a un progetto che prevede per ogni prodotto lo studio di una formulazione a impatto zero o comunque più sostenibile, che viene proposta come alternativa al cliente. L’obiettivo è puntare alla neutralità carbonica del prodotto.
Un ulteriore progetto riguarda il trasporto delle merci: “diciotto mesi fa abbiamo acquisito un terminal ferroviario merci in disuso e lo abbiamo rimesso in funzione con lo scopo di trasferire i trasporti delle nostre materie prime e prodotti finiti su rotaia, riducendo così l’impatto del trasporto su gomma. È pronto da mesi, ma stiamo ancora attendendo il nulla osta da parte delle Ferrovie”, spiega Ambroggio.
Anche questo è un progetto che orienta gli sforzi dell’impresa verso il futuro: una dimensione che conta molto per i fratelli Ambroggio, che hanno già inserito in azienda la seconda generazione, cinque ragazzi che stanno facendo esperienza in Italia e nelle sedi estere.