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La longa manus della Cina sull’Europa

L’Italia ha firmato il memorandum con il gigante asiatico, nell’ambito del progetto della Nuova via della seta. Un’analisi dell’Ispi spiega le implicazioni dell’atteggiamento di Pechino e del ruolo dell’Europa, anche in relazione alla guerra dei dazi con gli Usa

È stata una visita che ha fatto molto rumore quella appena fatta in Europa dal presidente Xi Jinping, da molti considerato l’uomo più potente al mondo. Un tour che si è svolto tra Italia e Francia, con una tappa anche nel Principato di Monaco, arrivato in un momento in cui molti Paesi europei sono alla ricerca di investimenti, mentre l’Ue cerca di frenare l’influenza di Pechino nel continente. L’Italia è stato il primo Paese del G7 a firmare il Memorandum of understanding con la Cina, e il primo tra gli Stati fondatori dell’Ue, ma non certo il primo di tutta l’unione, visto che avevano già firmato il trattato Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia, cui si è aggiunta da pochissimo la firma del Lussemburgo.

Penetrazione in settori strategici
In vista dell’Eu-China summit a Bruxelles del prossimo 9 aprile, la leadership cinese ha sottolineato la volontà di incrementare la collaborazione tra Cina, Stati Uniti ed Europa nell’ambito dell’ormai nota Nuova via della seta (Belt and road initiative, Bri), nel tentativo di arginare le crescenti critiche derivanti dalla valenza strategica del progetto: uno strumento, per molti, che ha il potenziale di accrescere l’influenza cinese nei Paesi ospitanti. Ma in Europa c’è una crescente preoccupazione per la penetrazione cinese in settori strategici dell’economia continentale, e nei conseguenti tentativi da parte dell’Ue di porre in essere strumenti di screening per valutare le implicazioni degli investimenti cinesi per la sicurezza nazionale dei Paesi membri.

E intanto continua la guerra dei dazi
Secondo un’analisi dell’Ispi, curata da Alessia Amighini e pubblicata nei giorni precedenti alla visita di Xi Jinping, il viaggio in Europa va letto anche alla luce dei rapporti turbolenti tra la Cina e gli Stati Uniti. Il tanto atteso vertice tra il presidente cinese e il presidente statunitense Donald Trump, inizialmente previsto per la fine di marzo, ha già visto un secondo rinvio. “Un’occasione che secondo molti – scrive l’Ispi – avrebbe potuto porre fine alla guerra commerciale tra le due potenze in corso dal luglio scorso”. L’imposizione di dazi commerciali appare come un segnale evidente del fatto che il rapporto tra Cina e Stati Uniti sia ormai entrato in un’era di aperta concorrenza strategica per acquisire la leadership mondiale in settori chiave come l’hi-tech, un’ambizione che per Pechino è in linea con il programma Made in China 2025.

Decidere da che parte stare
Per l’Ispi, l’Europa, nello scontro tra Usa e Cina, potrebbe limitarsi a un ruolo di osservatore o di interlocutore esterno. “Oppure, potrebbe schierarsi con gli Stati Uniti, suo tradizionale partner economico e tecnologico, in opposizione a Pechino, considerata come una concorrente da Washington. Malgrado l’amministrazione Trump abbia dimostrato un certo grado di ostilità anche nei confronti dell’Europa, dare nuovo slancio alle relazioni transatlantiche rimane una priorità per Bruxelles. Per questo motivo è improbabile che l’Ue metta da parte la storica alleanza con gli Stati Uniti in favore della Cina”. Così è stato per esempio lo scorso luglio, quando il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker aveva interrotto bruscamente il dialogo su un accordo commerciale tra Bruxelles e Pechino per scongiurare l’estensione dei dazi statunitensi sui prodotti europei. In questo quadro, Bruxelles si trova oggi nella posizione ideale per assumere un ruolo da mediatore tra Stati Uniti e Cina: “grazie alla storica alleanza con Washington e i legami economici con Pechino – sottolinea l’Ispi – l’Ue è in una posizione ottimale per mostrare a entrambi i partner che, a lungo termine, le prospettive di uno scontro frontale sono negative per entrambi”.