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Clima da incubo, tre gradi in più entro il 2100

È l’allarme lanciato dal consorzio di ricerca Climate Action Tracker alla Cop24 di Katowice

Anche se tutti i governi mondiali dovessero riuscire a raggiungere i propri obiettivi climatici (per altro largamente insufficienti) il mondo vedrà un riscaldamento di 3˚centigradi entro il 2100. Il doppio del limite di 1,5˚ centigradi, concordato a Parigi tre anni fa. A lanciare l’allarme è l’aggiornamento annuale dal Climate Action Tracker (Cat), consegnato l’11 dicembre alla Cop24 di Katowice, in Polonia. Il Cat è un consorzio di ricerca di cui fanno parte Climate Analytics, Ecofys e NewClimate Institute.

L’aggiornamento annuale sul clima rileva che, dagli accordi di Parigi, ci sono stati dei progressi sul campo in alcuni Paesi. “Le politiche governative sono in ritardo rispetto agli impegni – avvertono gli esperti in una nota pubblicata sul sito del Climate Action Tracker – il che porterebbe a un riscaldamento di 3,3˚C. Se i governi dovessero implementare le politiche pianificate o quelle aggiuntive che hanno in cantiere, il riscaldamento sarebbe limitato a 3,0°C entro il 2100”.

Come spiega Bill Hare, ceo di Climate Analytics, “due mesi fa il mondo ha ricevuto un forte messaggio dalla comunità scientifica: che è possibile mantenere il riscaldamento entro 1,5 C°. Ma dobbiamo ancora vedere questo messaggio tradotto in azione in termini di ciò che i governi sono disposti a mettere sul tavolo”. Per l’aggiornamento di quest’anno, il Cat ha esaminato il modo in cui le proiezioni delle emissioni si sono evolute dagli Accordi di Parigi e ha rilevato movimenti reali: “Argentina, Canada, Cile, Costa Rica, Etiopia, Ue, India e Marocco hanno compiuto passi significativi nella giusta direzione e anche altri paesi stanno agendo”.

Per Yvonne Deng di Ecofys, “stiamo assistendo a un movimento di nuove politiche climatiche nel mondo reale: se questo fosse esteso e ampliato, questi sforzi congiunti potrebbero effettivamente iniziare a piegare la curva delle emissioni. Ma ci sono alcuni governi che ritardano i progressi globali: Australia, Brasile, Indonesia, Russia, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, e molti di questi Paesi stanno iniziando a vedere la realtà degli impatti dei cambiamenti climatici”.

In altre parti del mondo, l’azione per il clima è stata contrastante nell’ultimo anno. Stando al Cat, Paesi come Norvegia e Costa Rica stanno procedendo con l’elettrificazione dei trasporti e con le energie rinnovabili, ma le emissioni della Cina sono aumentate in modo preoccupante per il secondo anno consecutivo; le elezioni del Brasile hanno portato preoccupazione globale. “Abbiamo assistito a sviluppi politici incoraggianti – ha affermato Niklas Höhne di NewClimate Institute – con diversi Paesi che pubblicano, adottano o rafforzano le tabelle di marcia del settore energetico o dell’energia elettrica; con i prezzi delle energie rinnovabili che scendono a circa un terzo dagli Accordi di Parigi, sia il Sudafrica che il Cile stanno tracciando le strategie per affrontare il carbone e le energie rinnovabili stanno decollando in India”.