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Catastrofi naturali e non solo, ecco le polizze parametriche

Il fattore di rischio provocato dai cambiamenti climatici ha assunto una frequenza e un’intensità che gravano pesantemente sulla popolazione e sul tessuto imprenditoriale del nostro Paese. Da Generali Global Corporate & Commercial arriva un modello di assicurazione per coprire le possibili perdite legate al verificarsi di un determinato evento calamitoso. Questo tipo di assicurazioni possono offrire nuove opportunità che le consuete linee di business non possono prevedere

L’evoluzione dello scenario di rischio richiede la continua elaborazione di soluzioni che possano contribuire a gestire e mitigare la portata delle nuove minacce che coinvolgono cittadini e imprese. Come nel caso delle catastrofi naturali, fattore di rischio che, pur non essendo di per sé assolutamente nuovo, ha assunto negli ultimi anni una frequenza e un’intensità del tutto inedite sulla scia del cambiamento climatico. Se n’è avuta prova di recente anche in Italia: prima l’alluvione in Emilia-Romagna, poi l’eccezionale ondata di maltempo dello scorso luglio in Lombardia e infine, più recentemente, le forti precipitazioni che a novembre hanno investito vaste aree della Toscana. Tutti episodi che si sono accaniti su un tessuto imprenditoriale e produttivo che, com’è noto, risulta poco protetto contro questo genere di fenomeni: solo il 5% degli immobili e delle piccole e medie imprese italiane, per esempio, è assicurato contro le catastrofi naturali. Ecco perché diventa sempre più fondamentale lo sviluppo di nuove soluzioni per la gestione di questa specifica tipologia di rischio. Nuove soluzioni come le polizze parametriche, ambito di business che lo scorso dicembre, proprio nei giorni della Cop 28 di Dubai, è stato al centro di un webinar organizzato da Anra e Generali Global Corporate & Commercial Italia (Generali GC&C), Business Unit del gruppo Generali specializzata nell’offerta di soluzioni assicurative e servizi danni a imprese medio grandi e intermediari che nel 2020 ha stretto una partnership con l’insurtech francese Descartes Underwriting, finalizzata proprio allo sviluppo e alla distribuzione di polizze parametriche.

Coperture per i rischi naturali

I primi prototipi di polizze parametriche hanno visto la luce negli anni ’90 del secolo scorso, ma è soltanto nell’ultimo decennio che il settore, grazie soprattutto allo sviluppo di nuove tecnologie, ha cominciato a raggiungere dimensioni ragguardevoli. Generali GC&C e Descartes Underwriting hanno totalizzato nel 2023 premi lordi per circa 150 milioni di dollari e distribuito polizze parametriche a più di 350 imprese in tutto il mondo. L’offerta assicurativa congiunta delle due società arriva attualmente a interessare la maggior parte dei rischi naturali, fra i quali terremoti, incendi, uragani, siccità, alluvioni, tsunami e anomalie termiche.
Come funziona dunque una polizza parametrica? L’approccio è completamente diverso da quello adottato in una copertura assicurativa tradizionale: se una classica polizza garantisce un indennizzo per i danni provocati da uno specifico evento, una polizza parametrica offre un compenso, stabilito già in fase di stipulazione del contratto, che viene elargito al cliente al verificarsi di un determinato avvenimento riducendo fortemente i tempi per la ricezione dell’indennizzo. Il modello, in altre parole, supera la nozione tradizionale di danno e di sinistro per legare il pagamento della prestazione a favore del cliente al semplice avverarsi di un evento che è stato preventivamente certificato da un soggetto terzo, definito oracolo nel linguaggio del settore.


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I vantaggi per le aziende

Sono tanti gli esempi che sono stati illustrati nel corso del webinar. Una polizza parametrica, tanto per citare un caso, può essere stipulata da un’azienda del settore food & beverage che desidera essere tutelata in caso di diminuzione della resa agricola presso le aree di produzione dei propri fornitori, seppur non facenti parte della compagine societaria del cliente. In questo caso, il rischio coperto è dato dalla mancanza di precipitazioni, l’indice è costituito dalle piogge cumulate, la certificazione dell’evento arriva dalle stazioni metereologiche pubbliche e il payout può essere stabilito in maniera inversamente proporzionale all’andamento delle precipitazioni: in pratica, a minori piogge corrisponde un maggior compenso per il cliente.
Un simile strumento, stando a quanto emerso nel corso del webinar, consente innanzitutto una maggiore personalizzazione dell’offerta e una riduzione dei tempi di sottoscrizione, in quanto non sono necessari sopralluoghi preventivi o report di ispezione. Velocizza quindi il pagamento di un eventuale sinistro, innescato dal raggiungimento di un parametro di riferimento. E permette infine di arrivare a coprire perdite che non sarebbero assicurabili con le soluzioni tradizionali, come nel caso della cosiddetta non-damage business interruption, ossia l’interruzione di attività (e quindi la perdita di profitti) dettata da eventi che non abbiano provocato danni materiali diretti all’impresa assicurata.