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Infortuni, donne a rischio nel tragitto casa-lavoro

L’analisi delle caratteristiche del fenomeno infortunistico tra i lavoratori, condotta dalla Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail, rivela un gender gap anche in questo settore. La rilevanza del “rischio strada” per le lavoratrici è maggiore: più della metà dei casi mortali, infatti, avviene nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro

Secondo l’ultima relazione sulle differenze di genere del Word Economic Forum, a livello mondiale il gap tra uomini e donne si è allargato su tutti e quattro i fronti della salute, della rappresentanza politica, dell’istruzione e del lavoro. In questo contesto anche l’Italia non brilla. Nel Global Gender Gap Index 2017, infatti, è scivolata all’82esimo posto, su un totale di 144, perdendo ben 32 posizioni rispetto all’anno precedente e 41 rispetto al 2015. Le cause di questo vistoso arretramento sono legate al maggior divario tra i sessi nella rappresentanza politica e, soprattutto, nel mondo del lavoro.
Se il divario di genere si è notevolmente ridotto per l’istruzione, si è allargato quello relativo alla salute e restano molte differenze anche in campo economico, a causa delle disparità reddituali (103esima posizione), salariali (126esima) e per la partecipazione alla forza lavoro (89esima). In Italia, infatti, le donne rappresentano circa il 52% (27 milioni) della popolazione con più di 15 anni, ma solo il 42% (circa 9,5 milioni) del totale degli occupati.

Denunce di infortunio nel 2017
Dai dati sulle denunce di infortunio sul lavoro presentate nel corso del 2017 emerge complessivamente una diminuzione dello 0,2% rispetto al 2016, da 636.812 a 635.433. A differenza dei lavoratori, tra cui il numero degli infortuni denunciati ha registrato una flessione dello 0,4%, per le denunce di infortunio delle lavoratrici vi è stato un leggero incremento, da 228.623 a 228.744 casi (+0,1%).
Le denunce di infortunio con esito mortale, invece, sono state nel complesso 11 in più (+1,1%), dalle 1.018 del 2016 alle 1.029 del 2017. L’aumento in questo caso ha riguardato sia gli uomini (da 921 a 927 denunce) che le donne (da 97 a 102).

Le cause e le conseguenze
Prendendo in considerazione solo i casi avve¬nuti in occasione di lavoro e accertati positivamente, la caduta risulta essere la prima causa di infortunio per le donne (29% sul totale dei casi codificati) e la terza per gli uomini (19,3%), seguita dai movimenti del corpo senza sforzo fisico (21,8%), che è invece la seconda causa degli infortuni occorsi ai lavoratori (21,3%).
La sede maggiormente interessata dagli infortuni continua a esse¬re la mano, anche se per le donne presenta un’incidenza inferiore rispetto agli uomini (23,7% dei casi contro 29,1%), dovuta al maggior peso assunto per le lavoratrici dalla caviglia (14,9% contro 11,4%), dalla colonna vertebrale (10,5% contro 8,7%) e dal ginocchio (10% contro 8,2%).
Sia per gli uomini che per le donne le conseguenze più rilevanti degli infortuni sono contusioni e lussazioni, con pesi relativi maggiori, però, per le lavo¬ratrici (rispettivamente 35,3% contro il 28% dei lavoratori e 32,2% contro il 25,4%).

Rischi maggiori per le donne
Quando ci si reca al lavoro o, da questo, si torna a casa gli eventuali incidenti stradali eventualmente verificatisi lungo il tragitto sono considerati infortuni in itinere e sono risarciti dall’Inail. Ma ad una sola condizione: che l’uso dell’auto personale risulti necessario per l’assenza di mezzi pubblici o per l’eccessiva scomodità del servizio di collegamento. La maggiore rilevanza degli infortuni avvenuti nel tragitto casa-lavoro-casa per le donne rispetto agli uomini spicca sia in valore assoluto (rispettivamente 50.738 denunce di infortunio in itinere contro 47.475) sia in percentuale (22% contro 11,5%). Il divario di genere è ancora più marcato se si concentra l’attenzione sulle denunce di casi mortali. Nel 2017, infatti, tra le lavoratrici più di un decesso su due (53%, ossia 54 su 102) è avvenuto in itinere, mentre tra i lavoratori lo stesso rapporto è stato pari a circa uno su cinque.