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Al lavoro, senza la macchina

Ridurre l’impatto ambientale, migliorando la qualità della vita dei propri dipendenti. La Settimana europea della mobilità è stata l’occasione per riflettere sulle nuove opportunità proposte dall’economia della condivisione e dagli innovativi mezzi di trasporto. Così diventa possibile un cambiamento dello stile di vita nello spostamento casa-lavoro

Un quintale e mezzo di anidride carbonica al giorno. Se i 40 dipendenti di Methodos decidessero di lasciare l’auto privata a casa, per arrivare a lavoro in modo alternativo, sfruttando bicicletta, auto, motorini elettrici e mezzi pubblici, si potrebbero risparmiare 40 tonnellate di Co2 ogni anno. Numeri teorici, perché la giornata car free dell’azienda milanese è stata un’occasione per partecipare alla Settimana europea della mobilità. Evitare l’auto privata per lo spostamento casa-lavoro è uno dei primi punti analizzati nel modello Employee journey experience, adottato dalle aziende che vogliono innovare le modalità di lavoro. Il tema è di grande attualità, stimolato dalla crescente diffusione dei trasporti condivisi e di innovativi mezzi di trasporto, come monopattino, rollerblade e airwheel, sempre più usati per raggiungere il proprio ufficio.


Un boomerang per la produttività


Al di là dell’impatto ambientale ridotto, quello che Methodos ha voluto sottolineare è la necessità di ripensare gli spostamenti in un’ottica di sostenibilità, conciliazione vita-lavoro, benessere e produttività. Per Giuseppe Geneletti, head Smart working di Methodos “il viaggio per andare e tornare dall’ufficio è vissuto con stress, può porre problemi di conciliazione con la vita familiare e, se si analizzano le performance aziendali, a volte risulta un boomerang per la produttività”. Tra i vantaggi della rinuncia all’auto privata c’è una migliore gestione del tempo durante lo spostamento casa-lavoro. Per questo, occorre ripensare i modelli organizzativi tradizionali, che sono molto radicati e caratterizzati da rigidità. Al contrario, occorrerebbe andare in direzione della flessibilità, dell’autonomia, della collaborazione e dell’ottimizzazione di strumenti, tecnologie e spazi di lavoro. Come ha sottolineato Geneletti, non esiste un modello applicabile a tutte le aziende, indipendentemente dalla loro collocazione nel territorio comunale oppure dalla settore produttivo di appartenenza. Una complessità degli interventi che non è un muro insormontabile verso il cambiamento, che per Methodos è ormai necessario, anche se sta trovando ancora qualche resistenza. In questa direzione, secondo Alessio Vaccarezza, ceo di Methodos Italia, occorre un sostegno condiviso di amministrazioni locali, società di trasporti, delle organizzazioni del mondo del lavoro e delle istituzioni.