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Rischio idrogeologico, si salva solo il 9% dei comuni

Frane e alluvioni minacciano sette milioni di persone in Italia. È il quadro allarmante tracciato dall’Ispra che ha aggiornato i dati del 2015. Non solo edifici civili, in pericolo ci sono anche aziende e l’inestimabile valore del patrimonio culturale

Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana. E ancora: Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria. Sono le nove regioni dove il 100% dei comuni è a rischio idrogeologico. La condizione del Paese è più grave di quanto fosse noto fino ad oggi. Se nel 2015 era a rischio l’88% dei comuni, nel 2017 si registra un aumento di tre punti percentuali, arrivando al 91%. A far pendere la bilancia del pericolo idrogeologico verso l’emergenza, ci sono anche Abruzzo, Lazio, Piemonte, Campania, Sicilia e la Provincia di Trento, che hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%. I dati sono dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha aggiornato la mappa nazionale del rischio nella seconda edizione del Rapporto Dissesto idrogeologico in Italia, presentato il 24 luglio alla Camera dei Deputati.

Migliora la conoscenza del territorio
Secondo quanto riferisce l’Ispra, gli incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di bacino distrettuali, grazie a studi di maggior dettaglio e alla mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti. Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%), ossia per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni. Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità di frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio. Complessivamente, sono più di sette milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili.

Lavoro a rischio
Oltre un milione di persone, 83.000 aziende tra industrie e servizi, con più di 217.000 addetti. Sono i dati dell’esposizione a rischio elevato e molto elevato di frana, che coinvolge soprattutto Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Inoltre ci sono sei milioni di residenti che vivono in aree alluvionabili nello scenario medio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600.000 unità locali di impresa (12,4% del totale), con oltre due milioni di lavoratori, soprattutto in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria.

Prevenire i danni inestimabili al patrimonio culturale
Le frane minacciano quasi 38.000 beni culturali, dei quali quasi uno su tre (oltre 11.000) sono collocati in zone a pericolosità elevata e molto elevata. A questi numeri si aggiungono i 40.000 monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi; di questi, più di 31.000 si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità. Secondo l’Ispra, il dato della scarsa probabilità di accadimento diventa più rilevante nel caso dei monumenti perché, in caso di evento, i danni prodotti sarebbero inestimabili e irreversibili.