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Rischio siccità per l’agricoltura

Secondo l’Anbi, precipitazioni in calo del 31% in questo inizio di 2018: possibili ricadute economiche e ambientali

Un avvio di 2018 all’insegna della siccità per l’Italia: secondo l’Anbi, il nuovo anno si è aperto con precipitazioni in calo del 31% rispetto alla media storica. Particolarmente grave la situazione al Centro e nel Mezzogiorno, dove ci sono registrati crolli del 50% e del 45%. In controtendenza invece il Nord, che segna dati in rialzo del 5% anche grazie alle abbondanti nevicate. E che quindi può solo in parte compensare le perdite registrate nel resto del Paese.
L’andamento altalenante delle precipitazioni conferma gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Trasformazioni che stanno impattando in Italia su un sistema di rifornimento idrico non all’altezza delle necessità. E che quindi rischiano di generare seri rischi sulle attività economiche del Paese. “Sono prevedibili, nei mesi a venire, ulteriori situazioni di difficoltà nelle disponibilità idriche per l'agricoltura, con ricadute non solo economiche, ma anche ambientali", ha commentato Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi. Alla base dei timori, oltre a “una siccità diffusa e aggravata dalla mancanza di invasi adeguati a trattenere le piogge”, ci sarebbero anche una tendenza tutta italiana a non porsi da almeno trent’anni “obiettivi programmatici, pianificati con strategie sovraregionali”.
La soluzione, a detta di Vincenzi, passa da un nuovo “modello partecipativo” che, nell’immediato futuro, si rivelerà quasi obbligato per cercare di superare “gli interessi particolari per il bene collettivo delle comunità e dei territori”. L’allarme suona quando l’emergenza è già iniziata: secondo la Coldiretti, negli ultimi dieci anni il settore agricolo ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa di alluvioni e siccità.