libri-ancora-in-calo-i-lettori-italiani

Libri, ancora in calo i lettori italiani

Gli editori chiedono efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura e incentivi fiscali a difesa delle librerie indipendenti. Cresce il mercato digitale: un libro su tre è pubblicato in formato e-book

Gli editori propongono, gli italiani non leggono. L’Istat disegna un settore in evoluzione dal punto di vista dell’offerta, ma totalmente in crisi sul fronte della domanda. Secondo i dati del report La produzione e la lettura dei libri In Italia, si contano 1.505 editori attivi, composti soprattutto da aziende di piccole e piccolissime dimensioni. L’86% degli editori non pubblica più di 50 titoli all’anno, mentre più della metà (il 54%) non supera i 10 titoli. Rispetto al 1996, si registra un aumento del 20% dei titoli pubblicati, mentre è crollata la tiratura media, con un calo di oltre la metà. Nel 2016, gli editori hanno pubblicato complessivamente 61.188 titoli e hanno stampato quasi 129 milioni di copie, con una media di poco più di 2 mila copie per ciascun titolo pubblicato. Rispetto all’anno precedente la produzione di libri vede un aumento dei titoli del 3,7%, mentre le copie stampate scendono del 7,1%. Il 62% delle proposte è rappresentato da “prime edizioni”, a prova di una particolare attenzione per le novità.


Si affermano gli e-book

Il formato digitale tenta sempre di più i lettori italiani. Nel 2016, il 35,8% delle opere pubblicate a stampa in Italia, circa 22 mila titoli, è stato proposto al pubblico anche sotto forma di e-book; rispetto all’anno precedente, crescono di 5,8 punti percentuali. Il picco si registra per i libri scolastici, con il 53% dei testi già disponibili in formato digitale. Per i libri di avventura e i libri gialli, l’offerta digitale tocca già l’82,7% dei volumi a stampa, seguiti dai testi di informatica (9,5%), dai libri di attualità politica, sociale ed economica (51,4%) e dai testi di matematica (47,4%). Per gli editori, il grande incentivo alla diffusione degli e-book tra i lettori sembra essere il prezzo, la facilità di trasporto e di archiviazione dei contenuti. Restano le criticità derivanti dalla qualità di lettura del testo, il costo dei dispositivi di lettura e la scarsa alfabetizzazione informatica degli italiani.


Domanda in affanno

L’innovazione tuttavia non ferma l’emorragia di lettori. Per l'Istat, nel 2016 gli italiani che dichiarano di aver letto più di un libro nell’arco dei dodici mesi per ragioni diverse da quelle scolastiche o professionali sono appena il 40,5% della popolazione di età superiore ai 6 anni, con un calo di due punti percentuali rispetto al 2015. Ad alzare la media ci pensano le donne: il 47,1% delle donne, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno. Gli editori non sembrano avere dubbi sulla radice della disaffezione degli italiani alla lettura. Nel 2016 per quasi il 40% degli editori attivi, la causa è il basso livello culturale della popolazione italiana. Per quasi il 45% dei grandi marchi in Italia mancano efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura. Un ulteriore nemico dell’acquisto dei libri in Italia è rappresentato da internet: per il 31,6% degli intervistati il tempo che dovrebbe essere dedicato ai libri viene oggi destinato alla fruizione di contenuti digitali. Gli editori denunciano l’inadeguatezza di incentivi pubblici all’acquisto di libri, come le detrazioni fiscali e i bonus libri (20,9%) e la mancanza di progetti continuativi di promozione della lettura da parte delle istituzioni pubbliche (19,5%). Per questo, circa il 40% degli operatori attivi segnala l’esigenza di accrescere le iniziative e le campagne di educazione alla lettura. Inoltre gli editori chiedono incentivi pubblici per l’acquisto di libri ed e-book (bonus per l’acquisto, deducibilità delle spese) e il sostegno al credito ai piccoli e medi editori. Per oltre un quarto dei rispondenti occorrono interventi legislativi e fiscali per sostenere le librerie indipendenti che garantiscono attività culturali sul territorio. Per il 17,4% degli intervistati occorrono anche agevolazioni fiscali per gli editori che investono nell'aggiornamento professionale del personale.