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Unica strada: obbligatorietà

Una forte defiscalizzazione, la collaborazione con i gestori delle utenze per il pagamento dei premi e il ricorso a strumenti finanziari per il trasferimento dei rischi. Questa la strategia per introdurre le polizze catastrofali nel nostro Paese, proposta in un convegno organizzato da Schult'z risk centre

Un terzo degli italiani non vuole assicurarsi per gli eventi catastrofali. Un dato importante emerso da una ricerca Eumetra Monterosa che impone l'urgenza dell'obbligatorietà, soprattutto alla luce del fatto che il 64% degli edifici non è antisismico, il 50% dei comuni presenta rischio idrogeologico e il 78% delle abitazioni è esposto a pericolo.
Per affrontare questa urgenza, lo scorso mese è stata avanzata una proposta innovativa nel corso del convegno, organizzato da Schult'z risk centre, dal titolo La finanziarizzazione dei rischi catastrofali, che ha riunito, a Roma, assicuratori, esperti legali e finanziari e risk manager.

Una soluzione innovativa

il fulcro della proposta verte su due aspetti: la defiscalizzazione ovvero la riduzione dell'aliquota sulle polizze incendi (che riguarderà anche le catastrofali) dal 22,5% al 2,5% e la deducibilità dall'Irpef del costo della polizza; l'accordo con i gestori di servizi pubblici che anticiperebbero il premio, da restituire, poi, rateizzato in bolletta, cosi come già avviene per il canone Rai. In questo modo si finanzierebbe il costo della polizza catastrofale e si consentirebbe allo Stato di diventare assicuratore di ultima istanza, producendo un risparmio di 3 miliardi l'anno.
Un'idea innovativa, incoraggiata dal fatto che il 62% degli italiani ritiene importante assicurare la propria abitazione. Ma anche osteggiato dal 94%, di quel 34% che non vuole assicurarsi, che conferma la volontà di non ricorrere a polizze, neanche se rateizzate in bolletta, dimostrando la necessità di procedere verso l'obbligatorietà.

Il risk transfer

Sui disastri naturali, l'altra questione importante riguarda il trasferimento del rischio sul mercato finanziario, ricorrendo a strumenti innovativi, quali il cat (catastrophe) bond, che sposta il rischio dall'assicuratore ad un soggetto privato, coprendo il danno catastrofale attraverso la vendita di titoli obbligazionari; e i mini bond, obbligazioni societarie introdotte dal Decreto Sviluppo del 2012, in cui le compagnie possono investire utilizzandoli come riserve tecniche a garanzia degli attivi finanziari.
In sintesi, sulle catastrofali sono molte le criticità, ma anche le strade che si aprono. Soprattutto se si parte dal fatto che il 46% degli italiani ha una propensione alta o medio alta a ricorrere a polizze che, in caso di costi contenuti, rimborsi certi e perizie professionali, sale al 75%.
Ora serve una mutualità, che è più facilmente raggiungibile attraverso l'obbligatorietà, in un Paese, come l'Italia, che resta l'unico (insieme alla Grecia) a non avere un sistema regolamentato.