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Norme anti-dumping, arriva l’ok dal Parlamento Ue

Nel mirino le pratiche scorrette messe in atto da Paesi come la Cina

Il 15 novembre il Parlamento europeo ha approvato nuove regole volte a rendere più stringenti le misure per contrastare le importazioni da Paesi terzi oggetto di dumping e sovvenzioni. La nuova legislazione introduce una nuova metodologia per calcolare i margini di dumping per le importazioni dai Paesi terzi in caso di distorsioni significative di mercato o sussidi statali pervasivi. Le nuove norme, inoltre, sono destinate a porre fine a una lunga disputa tra i 28 governi sulla concessione o meno dello status di economia di mercato alla Cina, accusata di praticare il dumping su numerosi prodotti che esporta in Europa e di sovvenzionare le sue imprese. Il testo, che è stato approvato dall’Europarlamento con 554 voti a favore, 48 voti contrari e 80 astensioni.

Tra le novità introdotte, la possibilità di prendere in considerazione il dumping sociale e ambientale nel valutare le misure antidumping. La Commissione inoltre, monitorerà la situazione nei paesi esportatori pubblicando rapporti regolari. Non vi sarà alcun onere di prova supplementare per le imprese dell’Ue nei casi di dumping, oltre all’attuale procedura. Le piccole e medie imprese riceveranno assistenza nella gestione dei reclami. Tutte le parti interessate, in particolare i sindacati, potranno essere consultate sulle decisioni riguardanti le misure di difesa commerciale. 

Secondo la Commissione europea, le nuove regole sono neutrali dal punto di vista dei paesi terzi e in linea con gli obblighi previsti dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Tutti gli Stati membri del Wto saranno trattati allo stesso modo dall’Ue, ma ci sarà un’eccezione per i casi di distorsione del mercato come gli interventi statali praticati dalla Cina. Il testo, che è stato approvato dall’Europarlamento con 554 voti a favore, 48 voti contrari e 80 astensioni, ora attende il via libera formale dei governi che hanno già espresso il loro consenso politico.
L’obiettivo della nuova normativa è quello di rafforzare la protezione dei posti di lavoro e delle imprese Ue contro le importazioni a basso costo provenienti da paesi terzi che interferiscono pesantemente nell’economia. “Abbiamo bisogno di una concorrenza equa e leale”, ha spiegato il relatore del provvedimento, l’eurodeputato Salvatore Cicu (Ppe).