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Lo Sri Lanka vive la più grave crisi della sua storia

Il Paese sta soffrendo drammatiche carenze di carburante, medicinali e altri beni essenziali a causa dell’inflazione da record e la svalutazione della sua valuta. Le importazioni sono state bloccate per la grave mancanza di valuta estera

Lo Sri Lanka sta affrontando una crisi che viene definita la peggiore dalla sua indipendenza dal Regno Unito nel 1948. Il Paese è tecnicamente in default, perché non è riuscito a onorare i pagamenti delle cedole sui prestiti. Il rimborso di 7 miliardi di dollari, in scadenza nel 2022, è stato sospeso: entro il 2026 i miliardi da rimborsare saranno 25.
La crisi ha investito l'intera economia del Paese, ma non solo: ha travolto anche la politica, la società, gli accessi al cibo da parte della popolazione, l'agricoltura. All’origine di una situazione realmente esplosiva c'è la pandemia, che ha definitivamente prosciugato il principale flusso di denaro, il turismo. C'è stato di conseguenza un calo verticale dell'occupazione e l'azzeramento delle rimesse dall’estero.
Il Governo sta chiedendo assistenza alimentare ai Paesi vicini. In particolare, come ha dichiarato il commissario srilankese per l'alimentazione, l'appello è stato rivolto all'Associazione per la Cooperazione Regionale dell'Asia Meridionale, che ha fornito riso e altri prodotti di base agli Stati membri durante le crisi alimentari. L'obiettivo è quello di ottenere circa 100mila tonnellate di cibo sotto forma di donazioni o vendite sovvenzionate.

Un regresso pericoloso

Quello che un tempo era un Paese a reddito medio-alto, più prospero tra i suoi vicini, sta diventando dipendente da donazioni e prestiti d'emergenza per cibo, medicine e carburante. La mancanza cronica di valuta estera ha portato a un'inflazione dilagante e alla carenza di importazioni, tra cui carburante, medicine e altri beni di prima necessità. Il mese scorso è andato in default su un debito internazionale di oltre 50 miliardi di dollari, e a quel punto è stato colpito da gravi carenze di beni essenziali da quando ha esaurito le riserve estere.
Nelle ultime settimane, la carenza di carburante ha portato a lunghi blackout con la chiusura delle centrali elettriche, mentre gli ospedali stanno rimandando le cure a causa della mancanza di medicinali. L'inflazione sta crescendo a due cifre, e la gente ha fame.
A peggiorare la situazione anche il fatto che i raccolti sono diminuiti drasticamente dopo che il presidente Gotabaya Rajapaksa ha vietato bruscamente i fertilizzanti chimici lo scorso anno. La decisione è stata rapidamente revocata, ma da allora le importazioni di riso nello Sri Lanka (che in precedenza era autosufficiente) sono aumentate del 368%.

L’appello dell’Unicef

Secondo l’Onu, circa la metà dei bambini nel paese necessita di qualche forma di assistenza umanitaria. Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per rispondere ai bisogni urgenti della popolazione più vulnerabile nei prossimi quattro mesi. Per aumentare la risposta alle necessità in crescita dei bambini nei prossimi sette mesi, l’Unicef ha lanciato un appello di 25,3 milioni di dollari per salvare vite e portare servizi per la nutrizione, l’assistenza sanitaria, l’acqua potabile, l’istruzione e la salute mentale a 1,7 milioni di bambini vulnerabili in Sri Lanka.
Parallelamente, il governo sta cercando urgentemente assistenza di emergenza da altri Paesi. L'India ha fornito più di 3 miliardi di dollari quest'anno attraverso linee di credito e swap di valuta, mentre la Cina ha offerto prestiti di emergenza.

La disperazione corre sui social

La disperazione nel Paese, che conta 22 milioni di abitanti, sta dilagando al punto che i residenti si rivolgono ai social media in cerca di aiuto. Su Facebook, WhatsApp, Instagram e Twitter, si rincorrono sempre più spesso messaggi per reperire beni di prima necessità e contribuire alla raccolta di fondi per i bisognosi. Bisogna ricordare che quando le proteste contro la gestione della crisi da parte del governo sono diventate violente, all'inizio di aprile, le autorità hanno imposto un blackout dei social media a livello nazionale per circa 15 ore, una mossa che ha attirato critiche da parte del governo. Peraltro gli srilankesi trovano più facile fare richieste online perché si sentono meno inibiti negli spazi virtuali.

Le ramificazioni familiari del potere

In questo contesto, il 12 giugno si è dimesso dal parlamento nazionale Basil Rajapaksa, fratello del presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, ed ex ministro delle Finanze tra luglio 2021 e l’aprile di quest’anno. Era il quarto fratello Rajapaksa ad entrare nel governo, mentre ora è il secondo politico dell’influente famiglia ad allontanarsi dal governo in mezzo alla grave crisi economica, con il paese di fatto in default. Lo scorso mese si era dimesso da primo ministro il fratello maggiore del presidente, Mahinda Rajapaksa, a seguito delle corpose proteste di piazza per la crisi in cui versa il paese, ma Mahinda ha scelto comunque di conservare il suo posto in Parlamento.
I tre fratelli Rajapaksa sono stati per decenni attori chiave nella politica dello Sri Lanka, ma sono accusati dai manifestanti e dalle opposizioni di aver gestito male l’economia del paese. Anche le lotte intestine tra i fratelli Rajapaksa hanno avuto un ruolo nel crollo dello Sri Lanka.