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Gli effetti del vulcano di Tonga si sentono fino in Perù

L’enorme tsunami provocato dall’eruzione ha causato una fuoriuscita di combustibile da una petroliera nei pressi di Lima. L’allarme del WWF: bonificare in modo trasparente per evitare il disastro ambientale

Gli effetti dell’eruzione del vulcano Hunga, a Tonga, hanno raggiunto a metà gennaio le coste del Perù. È stata infatti l’ondata dello tsunami nato dalla violenta eruzione ad aver causato una grande fuoriuscita di petrolio negli impianti del terminal N° 2 di Multiboyas della Raffineria La Pampilla (Repsol Perù) nel distretto di Ventanilla a Lima.
Le gravi conseguenze ambientali dello sversamento hanno colpito gli ecosistemi marini intorno a 20 spiagge, nelle località Cavero, Bahía Blanca, Santa Rosa e Ancón, così come la biodiversità del Sistema di riserve nazionali di isole, isolotti e puntas Guaneras, Islotes de Pescadores e la zona della riserva Ancón. Questo incidente ha causato effetti devastanti sulle specie e sugli ecosistemi con conseguenze irreversibili per la sicurezza alimentare e le attività economiche tradizionali, come la pesca, da cui dipendono molte comunità costiere. “L’attenzione a questo disastro – scrive il WWF sul proprio sito – deve essere prioritaria, tenendo conto dei terribili danni alle specie della fauna e della flora, al fine di determinare misure urgenti per il loro recupero. La bonifica delle aree costiere contaminate dal petrolio deve essere effettuata con una strategia chiara e trasparente che tenga conto delle caratteristiche specifiche del tipo di combustibile in questione, e consideri i bisogni della popolazione colpita e come questi saranno affrontati”.
La squadra di esperti delle Nazioni Unite inviata nei luoghi del disastro ha stimato la quantità di greggio finita in mare in circa 6mila barili. Il ministero dell’Ambiente del Perù (Minam) ha disposto la sospensione delle attività di carico e scarico di idrocarburi da parte della compagnia petrolifera spagnola Repsol. In una conferenza stampa, il ministro Rubén Ramirez ha annunciato “l’interruzione di tutte le attività di carico e scarico di idrocarburi che riguardano il mare peruviano da parte di Repsol, fino a quando la compagnia non fornirà le garanzie tecniche che non si verificheranno altri incidenti. “Repsol - ha aggiunto – non ha mostrato finora la volontà di intraprendere chiare azioni di pulizia e riparazione di fronte a ciò che è accaduto, dopo la fuoriuscita in mare e sulla costa al largo di Lima e della città gemella Callao di un quantitativo fra 6mila e 12mila barili di greggio che hanno inquinato una superficie complessiva di costa e acqua di 11.337 ettari.