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Canada, il caldo brucia un intero villaggio

Lytton, dove erano stati raggiunti i 49,6 gradi, è stato distrutto dalle fiamme. In tutto il Canada occidentale si contano quasi 500 morti. Temperature roventi che chiamano in causa il climate change

L’ondata di calore che ha colpito il Canada occidentale si è dimostrata apocalittica. Il villaggio di Lytton, che durante l’ultima settimana di giugno aveva registrato una temperatura record di 49,6 gradi centigradi, è stato completamente devastato da un incendio provocato dalle alte temperature. L’incendio si è propagato nell’abitato il primo luglio, in pochi minuti: di fronte alle fiamme, alimentate da venti a 70 km orari, gli abitanti sono dovuti fuggire in tutta fretta senza poter portare via le loro cose. Il sindaco Jan Polderman non ha potuto che ordinarne l’immediata evacuazione.

Lytton si trova nello Stato di British Columbia, e conta circa 250 abitanti. I quasi 50 gradi raggiunti in questo villaggio rappresentano la più alta temperatura mai registrata in Canada. Tra le fine di giugno e l’inizio di luglio il caldo record in tutta la British Columbia ha registrato 486 morti.

“Le temperature registrate questa settimana - ha affermato il primo ministro canadese Justin Trudeau – sono senza precedenti. Le vite sono state perse e il rischio di incendi è pericolosamente alto”. In questa parte del Paese diversi ospedali sono andati in tilt come all’inizio della pandemia, scuole e centri vaccinali sono rimasti chiusi. Sono stati persino avvistati orsi visti tuffarsi nelle piscine delle abitazioni private per rinfrescarsi con i loro piccoli.

Le autorità indagano sui decessi, mentre gli scienziati attribuiscono il caldo record e le successive morti al cambiamento climatico. La Columbia Britannica ha registrato 62 incendi in 24 ore e circa 1.000 persone hanno dovuto essere evacuate. Il capo medico legale Lisa Lapointe ha spiegato come negli ultimi tre-cinque anni nella provincia occidentale del Canada si sono registrati solo tre decessi legati al caldo.

Le temperature roventi hanno infuocato anche tutta la costa occidentale degli Stati Uniti: 46,1 gradi a Portland (Oregon) e 42,2 a Seattle (Washington), registrando i livelli più alti dagli anni Quaranta del secolo scorso, ossia da quando sono cominciate le rilevazioni meteo. Un medico di Seattle ha paragonato il numero di pazienti ricoverati per colpi di calore a quello dell’inizio della pandemia, mentre un altro ha riferito che un uomo ha subito ustioni di terzo grado camminando sull’asfalto cocente.

I residenti delle aree colpite dalla calura estrema giurano di non aver mai sperimentato una situazione simile e temono che possa diventare un fenomeno frequente. Decine di morti sono stati registrati in tutta l’area nord-occidentale degli Stati Uniti, dallo Stato di Washington scendendo giù fino alla California, dove le alte temperature nelle valli, nelle montagne e nelle aree desertiche hanno scatenato una nuova paura di incendi a fronte di condizioni meteorologiche secche e ventose.