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Come vanno i consumi in vista del Natale

Dopo la sbornia estiva, quando le persone erano pronte a spendere di nuovo, forse convinte che il virus era stato sconfitto, la realtà della seconda ondata ha gettato un’ombra lugubre che rischia di allungarsi fino alle prossime feste

Il 47% degli italiani prevede che ci vorrà l’intero 2021 per uscire dalla crisi sanitaria e il 36%, più ottimista, che l’emergenza possa risolversi comunque non prima di tre/sei mesi. Insomma, metà degli italiani prevede davanti a sé ancora 13 mesi di difficoltà e incertezza, mentre più di un terzo spera di uscirne tra la primavera e l’estate. Se si fosse fatta una domanda di questo tipo all’inizio dello scorso marzo, forse le risposte sarebbero state diverse, forse ci si sarebbe illusi che “con l’arrivo del caldo”, il virus avrebbe lasciato in pace l’umanità. E invece niente. Gli italiani non sono per nulla ottimisti su una fine imminente di questo periodo così difficile e, vista la situazione attuale con nuove misure restrittive annunciate e presto in vigore, la maggior parte degli intervistati si attende un peggioramento della situazione.

Chi spende, nonostante tutto
A certificarlo è un’indagine condotta per l’Osservatorio Findomestic nel report Gli impatti del Covid-19 nella vita degli italiani. Il 39% degli intervistati si dice molto preoccupato per l’economia del Paese, il 27% teme per i propri redditi e il 24% per la salute. Nonostante questo c’è ancora la convinzione, nel 70% del campione, che l’Italia abbia gestito meglio di altre nazioni l’emergenza sanitaria.
Eppure, nelle pieghe di una generale insoddisfazione e sfiducia, si nasconde qualche segnale di riscossa: secondo lo studio, nel mese di settembre oltre la metà degli italiani (53%) è tornata a spendere come prima della crisi e il 6% dichiara di spendere addirittura di più. Forse c’entra anche la percezione che si ha dei prezzi: il 71% è convinto che i prezzi siano più alti rispetto all’epoca pre-Covid. Eppure, sempre guardando ai consumi, nonostante l’aumento dei prezzi, il 70% degli intervistati ha notato la presenza di promozioni che si rivelano interessanti per il 57% di loro.
L’e-commerce, del resto, continua a essere un’abitudine dopo essere diventata una necessità durante il primo lockdown: il 60% dice di utilizzare l’online per fare acquisti nella stessa misura adottata durante il confinamento e solo il 31%, a sei mesi dalle riaperture dei negozi, dichiara di aver ridotto la spesa sul web.

Gli incentivi non incentivano
Ma l’impatto sui consumi della ripresa dei contagi si è già fatto sentire in questo primo periodo: a settembre, l’osservatorio ha registrato un arretramento medio delle intenzioni d’acquisto del 6,3%, con ben 14 segmenti in calo e solo sette in positivo. Inoltre, il 41% degli intervistati dichiara di aver diminuito il proprio numero di acquisti rispetto a prima della crisi dovuta al Covid-19. Soffrono pertanto informatica, elettrodomestici e tempo libero, cancellando l’effetto generato dai vari incentivi.
Sono calate le intenzioni di acquisto di Pc (-7,5%), tablet (-2%) e telefoni (-7,9%), così come l’interesse per elettrodomestici grandi (-13,5%), piccoli (-5,7%), Tv e Hi-fi (-12,1%).
Si guarda di nuovo all’auto, scomparsa da tempo dalla lista dei desideri degli italiani, soprattutto dei cittadini: per il sesto mese consecutivo è in crescita la propensione all’acquisto di un’auto nuova (+12,5%), mentre auto usate (-18%), motocicli e scooter (-20,3%) e e-bike (-21,2%) hanno fatto segnare flessioni sensibili. Nonostante gli incentivi alla ristrutturazione e all’edilizia, cala anche la voglia di mettere a posto casa (-11,7%) e di acquistare mobili (-8,6%). Dove gli incentivi pubblici sembrano funzionare è invece il settore dell’efficienza energetica: +12,5% per le intenzioni d’acquisto di stufe e caldaie, +0,7% per gli impianti solari termici e +0,6% per infissi e serramenti.
Cosa sarà dello shopping natalizio? Come potrà coniugarsi alle esigenze sanitarie, socio-economiche e di protezione? Al momento le risposte non ci sono.