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Covid-19, l'Europa deve cooperare

Le conseguenze economiche dell’epidemia necessitano di una risposta coordinata e coraggiosa da parte di tutte le autorità dell’Unione Europea. Lo sostiene un report di Bruegel che auspica interventi davvero incisivi

La pandemia di Covid-19 rappresenta un grave shock per l’economia globale ed europea. La maggior parte dei Paesi europei sta adottando pesanti misure di quarantena e di blocco delle attività per prevenire un’esplosione dell’epidemia che potrebbero portare al collasso dei sistemi sanitari. Le conseguenze economiche di tali misure sono importanti, ed è necessaria una risposta coordinata e coraggiosa da parte di tutte le autorità coinvolte. Lo sostiene chiaramente l’ultimo report di Bruegel, dal titolo, An effective economic response to the Coronavirus in Europe, che auspica una risposta capace in primis di aumentare i fondi per i servizi sanitari nazionali chiamati ad arginare l’epidemia e che supporti comunità locali, imprese e popolazioni. Secondo gli analisti, le risorse in Europa dovranno aumentare di molto e dovranno andare bel oltre gli attuali deficit di bilancio. Per alleviare i vincoli finanziari e di flusso di cassa e fornire incentivi per preservare l’occupazione, la società di consulenza raccomanda pertanto a tutti i Paesi dell’Unione Europea di concordare il dimezzamento dei contributi previdenziali delle aziende almeno per tre mesi o di ridurre l’imposta sui salari.

Rendere le misure più efficaci 

Tali misure potrebbero costituire un sostegno di circa il 2,5% del Pil e sarebbero finanziate da un aumento dei disavanzi nazionali. Inoltre, la Bce dovrebbe fornire liquidità abbondante, aumentare le garanzie per avere liquidità in dollari sufficiente e aumentare il suo programma di acquisto di bond sovrani per prevenire lo stress nei mercati dei titoli di Stato. Secondo Bruegel, un annuncio di misure fiscali coordinate avrebbe una serie di vantaggi. In primo luogo, se solo alcuni Paesi reagissero indebitandosi, in particolare quelli con livelli di debito elevati (tipo l’Italia), gli spread aumenterebbero per tutti. In secondo luogo, le misure fiscali hanno effetti transfrontalieri: il coordinamento aumenta pertanto l’efficacia delle misure, indipendentemente dalla loro entità specifica. In terzo luogo, è probabile che l’impatto del virus e le relative implicazioni economiche siano avvertiti in tutta Europa e non solo nell’Ue. Una risposta comune a uno shock così simmetrico avrebbe quindi un senso. Questa crisi, e quella che verrà, è diversa dalla crisi del 2009, si legge nel report, a causa del suo simultaneo shock dal lato della domanda e dell’offerta. Un segnale congiunto di sostegno alla domanda sarebbe comunque efficace per rafforzare la fiducia e sostenere l’economia anche nella sua fase di ripresa, quando l’epidemia (speriamo) si spegnerà.

Nuovi modelli di business? 

L’aumento del deficit dell’Unione aiuterebbe anche a stabilizzare i mercati finanziari: il vantaggio di tale misura è anche la rapidità di esecuzione, diversamente dai nuovi programmi di spesa. La pandemia, sostengono gli analisti, potrebbe innescare un ripensamento delle esposizioni economiche globali e dei modelli di produzione. Ci sono molte domande che gli economisti si fanno in questa situazione. Per esempio: le aziende decideranno di aumentare le scorte per essere meglio attrezzate in futuro per far fronte a interruzioni della catena di approvvigionamento? Ridurranno la lunghezza delle catene del valore per diventare meno vulnerabili a tali shock? E come si trasformeranno i viaggi internazionali? Come sempre, le crisi sono anche momenti in cui rivedere i modelli di business e, forse anche in considerazione della minaccia climatica, per ripensare la mobilità internazionale.

Una questione di tempi 

L’Unione Europea ha un ruolo in tutto questo: mostrare alle persone il potere della cooperazione ma finora le risposte nei diversi Paesi, e la stessa comunicazione dell’Ue, non sono state all’altezza. Anche l’Ue dovrebbe aumentare il suo sostegno allo sviluppo di farmaci e vaccini, veri e propri beni pubblici. “È impossibile sapere – si legge – per quanto tempo durerà la crisi sanitaria e quante persone saranno colpite. Ma già ora, in una fase relativamente precoce dell’epidemia in Europa, l’impatto economico è stato molto significativo. Più tempo serve per adottare le misure per contenere il virus e più rigorose saranno queste misure e maggiore è il loro impatto sull’economia globale”, conclude il report.