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Non solo coronavirus, preoccupa anche il dengue

Il 2020 è iniziato registrando un boom di casi in America Latina, con un +72% di aumento delle infezioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

Non c’è solo il Covid-19. Un’altra emergenza sanitaria preoccupa l’America Latina, dove stanno aumentando a dismisura i casi di dengue. Si tratta di un’epidemia particolarmente aggressiva diffusa nelle zone intertropicali (Asia-Pacifico e America Latina) e che si trasmette con la puntura di una zanzara. Sono 390 milioni le persone infettate ogni anno, in media, trenta volte di più rispetto a cinquant'anni fa, e circa 20mila i decessi. Lo scorso anno ha fatto segnare un record di contagio in numerosi paesi, colpendo soprattutto l’America Latina con tre milioni di casi contati a fine 2019.
Le caratteristiche della malattia
La malattia è trasmessa da zanzare del genere Aedes, in particolar modo la specie Aedes aegypti. Si presenta con febbre, cefalea, dolore muscolare e articolare, oltre al caratteristico esantema simile a quello del morbillo. In una piccola percentuale dei casi si sviluppa una febbre emorragica pericolosa per la vita, con trombocitopenia, emorragie e perdita di liquidi, che può evolvere in shock circolatorio e morte. Non esistendo una vaccinazione efficace, la prevenzione si ottiene mediante l'eliminazione delle zanzare e del loro habitat, per limitare l'esposizione al rischio di trasmissione. L'anno scorso la febbre dengue è stata citata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra le dieci più pericolose minacce che pesano sulla salute pubblica.

L’esplosione dei casi in Brasile

Quest’anno il conto dei casi appare già allarmante. I dati presentano un aumento del 72% delle infezioni rispetto allo stesso periodo del 2019, che, come detto, è stato un anno record. Al 15 febbraio in Brasile si contavano 182 mila casi, con 32 morti. L’avanzamento della malattia ha portato il ministero della Salute a istituire un comitato di emergenza per le arbovirosi, categoria che include malattie come la dengue, la chikungunya e la zika. Lo stato brasiliano più colpito dall’epidemia è quello di San Paolo, dove i casi rilevati sono al momento superiori ai 60mila. Lo scorso anno i casi censiti erano stati 2,2 milioni.

Nel resto dell’America Latina

Non vanno meglio le cose nel resto del continente. In Costa Rica, il numero dei casi identificati dall’inizio del 2020, in due mesi, è aumento del 76% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Anche il Messico e l’Honduras hanno vissuto un inizio anno pericoloso, così come il Paraguay, che ha dichiarato lo stato d’emergenza, e la Bolivia che è in massima allerta di fronte all’affluenza di malati che debordano dagli ospedali.
Particolarmente preoccupante è anche la situazione in Argentina, dove l’epidemia si è diffusa nonostante il clima non sia tropicale, quindi in teoria un ambiente ostile per l’insetto portatore della malattia. Eppure i casi di dengue nella capitale Buenos Aires sono saliti a 165 dall’inizio del 2020. Di questi, va precisato e lo dettaglia lo stesso ministero della Salute in un comunicato, 110 sono collegati a precedenti viaggi in Paraguay, mentre i restanti 55 hanno contratto la malattia senza avere alle spalle un viaggio nelle aree più a rischio della regione sudamericana. Rispetto alle estati 2017/2019, in cui la media settimanale è stata di 23 casi accertati, nell’estate (australe) 2020 ogni settimana ne sono stati in media diagnosticati 76.