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L’Abc dell’economia e della finanza

Si intitola così un recente libro-intervista ad Adriano Teso, imprenditore e politico italiano con un passato da sottosegretario al ministero del Lavoro. Domande e risposte per apprendere le più basilari nozioni economiche e finanziarie. Per poi, sulla base di questa rinnovata competenza, comprendere e cercare di risolvere le principali criticità dell’assetto produttivo italiano

Partirà domani, martedì 1° ottobre, la seconda edizione del Mese dell’educazione finanziaria. Promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, più conosciuto con la sigla Edufin, l’iniziativa si snoderà fra circa 500 appuntamenti con l’obiettivo di, come spiega il comunicato stampa di lancio, “informarsi, discutere e capire come gestire e programmare le risorse finanziarie personali e familiari, approfondendo i temi del risparmio, degli investimenti, delle assicurazioni e della previdenza”. Nei prossimi trenta giorni si terranno così in tutta Italia seminari, lezioni, giochi, laboratori e spettacoli gratuiti per avvicinare una popolazione povera di educazione finanziaria a concetti come il risparmio, la previdenza e la prevenzione del rischio.
Il tema è senza dubbio sentito. E non è forse un caso che proprio alla vigilia di questa iniziativa sia arrivato in libreria L’abc dell’economia e della finanza, libro-intervista di Fabio Cesaro all’imprenditore e politico italiano Adriano Teso, fondatore del gruppo Ivm e sottosegretario al ministero del Lavoro nel primo governo Berlusconi. Pubblicato a settembre da Mondadori Electa, il libro si snoda fra domande e risposte che toccano i più basilari concetti dell’economia e della finanza, fornendo al lettore le basi per comprendere le croniche debolezze dell’assetto produttivo italiano. E poi, sulla base di questa rinnovata competenza, contribuire in prima persona a correggerle e risanarle definitivamente. Leggero e volutamente adatto anche ai neofiti della materia, il volume presenta inoltre al suo interno il contributo di quattro esperti del settore, docenti e professori universitari che, partendo dalle risposte dell’autore, approfondiscono il dibattito e inseriscono i contenuti emersi all’interno di una cornice più ampia.
L’approccio, come afferma Nicola Porro nella prefazione che apre il volume, è quello di, parafrasando Luigi Einaudi, “semplificare per far conoscere”. Già, perché per Teso “le cose (in materia economica e finanziaria, ndr) in realtà sono semplici”. E solo certi interessi particolari, si legge nelle pagine del libro, “vanno a complicarle volontariamente per trarre profitto a scapito di tutti quelli che non appartengono alla relativa cerchia”. La crisi del 2008 e, più recentemente, il pesante tonfo dei bitcoin stanno lì a dimostrare quali effetti perversi può avere un’economia sottratta all’interesse di tutti per essere relegata ad arte oscura di pochi (presunti) adepti.
Per evitare che tutto ciò possa ripetersi, a detta di Adriano Teso, bisogna forse tornare alle origini. E comprendere che l’economia, prima ancora che essere quella disciplina complessa che è oggi, è soprattutto “produzione di beni e servizi che ciascuno di noi (cioè il mercato) sceglie di acquistare da chi glieli offre alle migliori condizioni”. Tornare alle origini, in questo contesto, significa riappropriarsi della materia, mettere al centro l’individuo e guardare alle questioni economiche da una prospettiva diversa, in grado magari di far emergere soluzioni per le annose criticità dell’economia italiana. Anche Adriano Teso dà il suo contributo. E lo fa dedicando ampie pagine del volume a una ricetta di taglio prettamente liberale che, sfrondando lo Stato da inutili mansioni e competenze, potrebbe dare nuovo slancio all’iniziativa individuale e imprenditoriale. Ecco allora che la riforma della giustizia si impone come una priorità strategica, le tasse vanno abbassate per consentire nuovi investimenti, servizi secondari vanno privatizzati e posti alla libera concorrenza del mercato, il sistema di assistenza sociale deve essere rivisto e semplificato. Tutti elementi utili a costruire quello che Adriano Teso definisce uno “Stato sussidiario”, ossia “uno Stato che, inventato dai cittadini al servizio della propria sicurezza e del proprio benessere, dovrebbe limitarsi a fissare servizi e regole”.