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Il conto dei disastri naturali del 2018

Sono 315 gli eventi registrati lo scorso anno, che hanno colpito 68,5 milioni di persone provocando quasi 12mila vittime mortali, e con un impatto economico di 132 miliardi di dollari. A rivelarlo è l’ultimo report del Cred

Sono 315 gli eventi definibili come calamità naturali registrati nel 2018. A subirne l’impatto sono state complessivamente 68 milioni di persone provocando 11.804 morti in tutto il mondo. A tracciare un quadro complessivo sul devastante impatto delle catastrofi naturali dello scorso anno è uno studio realizzato dal Cred (Centre for research on the epidemiology of disasters), in collaborazione con l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) e dell’Usaid (United States agency international development). La ricerca quantifica in 131,7 miliardi di dollari il conto delle perdite economiche a livello mondiale.
Un onere non ripartito allo stesso modo nelle varie parti del globo, in quanto è l’Asia il continente che ha subito il maggiore impatto con il 45% del totale delle catastrofi naturali complessive, l’80% dei decessi e il 76% delle persone colpite. In particolare è l’Indonesia il Paese più colpito in assoluto, con quasi la metà dei decessi totali (il 47%), mentre l’India ha registrato il maggior numero di feriti (il 35%). La tipologia di disastro naturale che ha provocato il maggior numero di vittime sono i terremoti, cui si attestano il 45% dei decessi, seguiti dalle alluvioni con il 24%.
Tuttavia l’evento naturale che ha colpito il maggior numero di persone nel mondo sono le inondazioni, che da sole rappresentano il 50% del totale interessato, seguito da tempeste con il 28%.

Meno vittime rispetto alla media decennale
Rispetto alla media decennale (2008-2017) di 348 eventi, il numero delle catastrofi naturali del 2018 è più contenuto. Lo stesso discorso vale per il conto delle vittime (la media decennale è di 67.572), per il numero di feriti (nel decennio sono stati mediamente 198,8 milioni di persone), e anche per quanto riguarda le perdite economiche (166,7 miliardi di dollari). La diminuzione registrata nel 2018, spiega il report, è dovuta all’assenza di eventi disastrosi di massa. Basti pensare che al terremoto di Haiti del 2010, che provocò 222.500 vittime; alla siccità che ha colpito l’India nel 2015/2016 che ha colpito 330 milioni di persone; al terremoto (e il successivo tsunami) in Giappone del 2011, che causò 210 miliardi di dollari di danni.
Gli eventi più letali del 2018 si sono verificati in Indonesia. In particolare, il terremoto del settembre dello scorso anno ha provocato la morte di 4.340 persone; l’evento è stato seguito da un altro terremoto in agosto che ha lasciato sul campo 564 morti o dispersi.

Incendi ed eruzioni vulcaniche
Il 2018, osserva lo studio, è stato un anno particolarmente negativo sul fronte degli incendi (10 i grossi eventi registrati) e su quello dell’attività vulcanica (7 eventi). Gli incendi dell'Attica in Grecia hanno provocato la morte di almeno 100 persone. Negli Stati Uniti, la stagione degli incendi boschivi in California è stata la più mortale, con 88 vittime, il conto più alto dal 1940. Inoltre, gli incendi californiani ha causato una stima di 16,5 miliardi di dollari di danni, rendendolo il più costoso evento di questo genere mai registrato.
Anche l’attività vulcanica, come accennato, ha provocato un ingente numero di vittime, con più morti di quante ne siano occorse nei precedenti 18 anni. A giugno, l’eruzione del Volcán de Fuego, in Guatemala, ha ucciso oltre 400 persone e ha colpito oltre 1,7 milioni di abitanti, mentre a dicembre, l’eruzione di Anak Krakatau in Indonesia ha generato uno tsunami che ha causato oltre 400 morti persone sulle isole di Sumatra e Giava.