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Esg: gli investitori si mobilitano per la trasparenza

Grandi player della finanza stanno sostenendo la Non-disclosure campaign di Cdp, per sensibilizzare le multinazionali verso una maggiore trasparenza sui temi ambientali. Le informazioni sono necessarie per calibrare la scelta dei portafogli di investimento

Gli investitori si movimentano per una maggiore trasparenza sui temi Esg: 88 società, che complessivamente sommano quasi 10 trilioni di dollari di asset, si rivolgono direttamente a 707 multinazionali ritenute non abbastanza trasparenti riguardo al proprio impatto ambientale, e le invitano a divulgare tali informazioni attraverso Cdp, piattaforma no profit sulla disclosure ambientale globale.
In particolare, gli investitori (tra i quali ci sono nomi come Hsbc Global Asset Management, Candriam e Investec Asset Management, Environment Agency Pension Fund, Cathay Financial Holdings, Amundi, NN Group e Washington State Investment Board) sottolineano la necessità di poter avere maggiori informazioni sui temi del cambiamento climatico, della sicurezza dell'acqua e della deforestazione. Tra le oltre 700 società di 46 paesi “attenzionate” (che sommano una capitalizzazione di mercato di 15,3 trilioni di dollari) sono incluse Exxon Mobil, BP, Chevron, Amazon, Volvo, Alibaba, Qantas Airways e la compagnia dell’olio di palma Genting Plantation.
Le società “invitate” alla trasparenza sono state scelte per l’elevato impatto ambientale e per la parallela scarsezza di informazioni sui tre temi indicati: nello specifico, 546 aziende sono state coinvolte sul tema dei cambiamenti climatici, 166 sulla sicurezza dell'acqua e 115 per l’attività di deforestazione.

Serve poter misurare i rischi
Il coinvolgimento degli investitori rientra nelle attività della Non-Disclosure Campaign 2019 di Cdp, che mira a promuovere ulteriormente la trasparenza aziendale sui temi ambientali utilizzando l'influenza degli azionisti. Quest’anno, il settore maggiormente “richiamato” sulla disclosure in tema di cambiamenti climatici è quello dei servizi (27% del totale delle aziende), seguito dal manifatturiero (18%) e dai combustibili fossili (12%). Sulla sicurezza idrica, i settori più toccati sono la produzione (26%), il retail (23%) e i combustibili fossili (11%), mentre per la deforestazione sono il retail (30%), alimentazione e agricoltura (26%) e produzione (16%). Da un punto di vista territoriale, gli Stati Uniti ospitano la maggior parte delle aziende prese di mira nella campagna (20%), seguiti dall'Australia con il 16%.
Nella nota, Cdp motiva la richiesta di trasparenza perché i cambiamenti climatici, la sicurezza idrica e la deforestazione rappresentano per gli investitori dei concreti rischi materiali, che potrebbero però essere gestiti con una corretta informazione: gli investitori e il mercato in generale vogliono poter valutare in che modo le aziende gestiscono i propri rischi Esg, e hanno bisogno di dati chiari sotto forma di parametri coerenti, comparabili e pertinenti, che siano di facile accesso e permettano di essere confrontati. Tali informazioni sono utilizzate degli investitori nella scelta delle imprese su cui investire, nella selezione dei portafogli e per la costruzione di prodotti di investimento.
È la prima volta che Cdp rende pubblica la sua Non-disclosure campaign, che in 4 anni ha già raccolto sulla piattaforma le informazioni “trasparenti” di 7000 imprese. Le società di investimento che partecipano alla campagna di Cdp sono cresciute dalle 57 del 2017 alle 88 attuali, mentre le aziende oggetto di attenzione da parte degli investitori sono passate dalle 416 del 2017 alle 707 del 2019).