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Fonte immagine: Lati Industria Termoplastici

Crescere è stare al passo con i tempi

La principale caratteristica di un’azienda che conferma progressivamente i propri successi è cogliere le tendenze del momento, trasformandole in direttive di crescita. Spesso nelle imprese familiari, come Lati Industria Termoplastici, i volti delle generazioni sono identificabili con la loro capacità di interpretare la propria epoca e farne sviluppo imprenditoriale

La storia di Lati Industria Termoplastici inizia ottant’anni fa e ripercorre con coerenza il cammino che ha portato allo sviluppo di molte imprese italiane. Giunta alla terza generazione, Lati ha toccato nel 2022 i 200 milioni di euro di fatturato e, nonostante le complessità che vive il settore e l’elevata competizione, si mantiene tra i principali produttori europei di materiali termoplastici, solida finanziariamente e orientata agli investimenti in innovazione. Il 70% della produzione dei due stabilimenti di Vedano Olona e Gornate Olona (in provincia di Varese, 300 dipendenti in tutto) va nell’export in Europa, mentre la presenza in altri mercati avviene in un’ottica di internazionalizzazione più che di delocalizzazione, con la costituzione di stabilimenti per il mercato locale (Cina), con accordi di licenza (Stati Uniti) e la volontà di investire in paesi in cui la domanda è in crescita (India, tra gli altri).
Alla guida dell’impresa dal 2016 c’è Michela Conterno, che sta percorrendo la strada del rafforzamento internazionale e della sostenibilità.
L’azienda è stata fondata nel 1943 da Cosimo Conterno; a quei tempi, chi dava vita a un’impresa era già un imprenditore o era un tecnico, lui era invece un commercialista milanese con il fiuto per gli affari e una buona rete di relazioni. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale, e Lati è nata, necessariamente, come un progetto di economia circolare ante litteram: in un contesto in cui mancava tutto, qualsiasi cosa poteva essere riciclata per produrre altro di cui vi fosse bisogno. Cosimo viveva a Milano, ma era originario di una zona del Comasco, vicino a Vedano Olona, dove con il primo stabilimento ha dato lavoro alle donne del paese. Alla fine della guerra, la produzione si orienta sui composti di acetato di cellulosa, derivati dal riciclo di materiali di uso militare in plastica e di uso quotidiano arrivati in Italia grazie al Piano Marshall. L’azienda cresce con il boom economico, avviando negli anni ‘50 una collaborazione con la Montecatini (poi Montedison), di cui è il principale subappaltatore per la produzione del polipropilene, e sviluppando la produzione di materiali plastici resistenti agli urti e al fuoco.
Il primo passaggio generazionale vede protagonista Giovanni, il primogenito di Cosimo, ingegnere esperto nelle tecnologie di processo, e poi, alla morte di questo, Francesco, che aveva intrapreso la carriera di commercialista. Il contributo di Francesco alla crescita di Lati è in linea con il diffuso processo di internazionalizzazione degli anni ‘70 e ‘80, con la piena costituzione e il consolidamento di una rete produttiva e commerciale in Italia e all’estero.
Michela Conterno entra in azienda nel 2006 affiancando il padre e nel 2016 è nominata amministratrice delegata, con un percorso di passaggio generazionale lungo e strutturato. Attualmente, condivide il pacchetto azionario del gruppo Lati con la sorella Livia, amministratrice delegata agli affari sociali d’impresa. Laureata in economia, Michela non ha seguito il percorso della predestinata: “abitando a Milano – racconta –, non ho mai vissuto la quotidianità dell’impresa di famiglia, tanto che dopo gli studi e un primo periodo di impegno in azienda sono andata a lavorare per una multinazionale; solo più tardi sono rientrata in azienda ma lavorando all’estero. Lati però per me è stata un colpo di fulmine. Rappresento la terza generazione, sono donna e ho vissuto l’azienda da lontano, quindi per me assumere l’attuale funzione non è stato un percorso scontato. Una volta definita la scelta, però, ho assunto il ruolo di imprenditore con la piena consapevolezza delle responsabilità”.


© Lati Industria Termoplastici

Una diversa visione dirigenziale

I primi anni, in affiancamento al padre, non sono stati semplici, caratterizzati dagli impatti economici della crisi del 2008 proprio mentre Lati aveva puntato molto sul mercato americano, con investimenti diretti per la produzione. È stato necessario impegnarsi per rilanciare la redditività dell’azienda e, una volta recuperate le difficoltà, si sono potuti affrontare i grandi cambiamenti del fare impresa dell’ultimo decennio: la nuova globalizzazione, la digitalizzazione, la sostenibilità, il welfare. “Lati ha nel suo Dna la sostenibilità – sottolinea l’ad –, io mi sono impegnata per renderla strutturale e formalizzarla con la rendicontazione, i report di sostenibilità e i nuovi progetti, tanto che oggi siamo Società Benefit. Un secondo trend che è stato utile seguire in questi anni è la digitalizzazione, con progetti che abbiamo potuto finanziare con Industria 4.0. Il cambiamento principale che ho voluto perseguire è stato nello stile della leadership. Se mio padre aveva uno stile direttivo, basato su esecuzione e controllo – spiega –, io ho voluto puntare sul coinvolgimento e la responsabilizzazione delle persone che operano in azienda, modificando anche il rapporto con il lavoro”. A livello organizzativo, sono stati così introdotti la flessibilità di orario, lo smartworking, una maggiore attenzione al bilanciamento tra vita privata e lavoro, anche con lo scopo di attrarre talenti femminili che in un settore così tecnico e scientifico scarseggiano: “ritengo che l’attenzione a tutti questi aspetti sia una responsabilità che le leader donna dovrebbero portare avanti con maggiore determinazione”, sostiene Michela.


© Lati Industria Termoplastici


Innovazione finalizzata al futuro della plastica

Si fa presto a dire plastica. Chi guardasse dall’esterno vedrebbe arrivare in Lati quantità di materiale plastico in microgranuli e uscirne altro, sempre in grani piccoli e colorati come perline. Il valore aggiunto è nell’arricchimento che avviene tra le pareti dell’azienda e che permette di fornire ai clienti un prodotto di base per la trasformazione in una molteplicità di oggetti, ma in particolare in componenti autoestinguenti per impianti elettrici, elettrodomestici, automazione, automotive.
“Il cuore del nostro processo è l’estrusione di materie plastiche, una tecnologia di per sé consolidata; la nostra peculiarità è nella ricerca di soluzioni per rispondere alle esigenze del cliente” spiega Michela Conterno. “Riceviamo dalle imprese le indicazioni sui requisiti che deve avere il materiale plastico, i nostri laboratori individuano la formula adatta, poi acquisiamo dai produttori chimici gli additivi necessari”. Oltre al laboratorio di controllo e collaudo, in Lati si contano una ventina di ingegneri, tra chimici e dei materiali, che ricercano soluzioni innovative in base alle richieste dei clienti, alle tendenze del mercato e ai nuovi settori applicativi. In questo senso le plastiche, oggi messe in discussione, rappresentano invece il materiale sostenibile del futuro: “IoT, digitale, automotive richiedono soluzioni in plastiche tecniche, così come la produzione di energie rinnovabili e a idrogeno. La plastica ha un basso impatto ambientale in fase di produzione, è durevole, predisposta alla riparazione e al riciclo; inserita in un contesto di recupero è quindi un prodotto pienamente allineato alle politiche della sostenibilità”, osserva la ceo di Lati.
Un esempio in tal senso è il laboratorio Lati3Dlab, dedicato allo studio e alla realizzazione di soluzioni per la stampa 3D, un’area di business nuova che guarda anche al rapporto diretto con il cliente finale. Il laboratorio partecipa al progetto della onlus Io do una mano, finalizzato alla realizzazione di arti artificiali per bambini e ragazzi che, non avendo terminato la loro crescita, sono esclusi dalle forniture del Ssn.


© Lati Industria Termoplastici


Una visione di sostenibilità

La costante ricerca di allineamento con i principi della sostenibilità ha portato l’azienda a diventare nel 2021 Società Benefit, una trasformazione concretizzata con l’inserimento della sostenibilità nello statuto aziendale, ma che non ha richiesto di per sé un reale cambiamento rispetto a stile e linee di condotta che erano già acquisite: “ci siamo ritrovati nelle caratteristiche che venivano richieste, tra cui il fatto che la sostenibilità parta dal prodotto, che deve avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla società, compiendo scelte etiche, ad esempio noi abbiamo escluso il mercato delle armi dai nostri interessi”, spiega Conterno.
Rispetto all’impatto ambientale di un processo di produzione energivoro, Lati si è impegnata a ridurre emissioni e consumi, sia utilizzando al 100% energia rinnovabile sia sensibilizzando i clienti verso la creazione di prodotti biocompatibili e riciclabili. Per quanto riguarda i benefici sociali, l’interesse dell’azienda verso le comunità locali è connaturato alla sua storia: “per noi - aggiunge l’ad - è in primo luogo un tema reputazionale”. Inoltre, Lati è stata riconosciuta come Great place to work e ha ottenuto la certificazione per la parità di genere, confermata da un cda in maggioranza femminile, una quota del 33% di dirigenti donna e la partecipazione a iniziative per ridurre il gap di genere nelle discipline Stem.


© Lati Industria Termoplastici