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Le parole della finanza

Presentata nelle giornate del Salone del Risparmio, la seconda edizione del glossario di Global Thinking Foundation punta a offrire risposte chiare e semplici ai risparmiatori di domani

Che differenza c’è fra Tan e Taeg? Fra Cdo e Cds? E cosa si acquista se si sottoscrive un Btp? La finanza è fatta di acronimi, lettere in serie che nascondono alle proprie spalle un contenuto più ampio. Tutto normale se a maneggiare questi strumenti sono addetti ai lavori, persone qualificate che sanno cosa ci sia dietro quelle anonime sigle. Più complesso se invece questo carico di lettere e cifre si riversa su un semplice risparmiatore. Che in Italia, com’è noto, raramente sa cos’è l’inflazione e come si calcola l’interesse composto. Insomma, di finanza sa poco e nulla.
In questo contesto, le iniziative di educazione finanziaria si sprecano. Anche a costo di incappare in una certa ridondanza. In fondo, cos’è il rischio di ridondanza di fronte alla prospettiva di perdere i propri risparmi per qualche scelta avventata, dettata più dall’emotività che dalla conoscenza? Quando si parla di soldi e risparmio, il motto latino melius est abundare quam deficere appare quanto mai azzeccato. A maggior ragione se le indicazioni di oggi sono rivolte a quelli che saranno i risparmiatori di domani.

Siamo tutti coinvolti
È in quest’ottica che va letto Parole di economia e finanza, glossario di educazione finanziaria curato da Global Thinking Foundation in collaborazione con Pictet Am. Giunto ormai alla sua seconda edizione, il volume è stato presentato da Claudia Segre, presidente della fondazione, nelle giornate del Salone del Risparmio. “L’educazione finanziaria è un tema che riguarda tutti”, ha esordito Segre. A cominciare dal settore pubblico, che ha sicuramente interesse ad avere cittadini consci delle scelte finanziarie che stanno compiendo. Per finire poi al settore privato, perché un cliente consapevole dei propri bisogni sostiene una miglior distribuzione della ricchezza e del benessere. “Anche le onlus – ha aggiunto Segre – possono e devono fare la loro parte, perché hanno i volontari e le competenze per portare avanti la propria missione”. Per quanto noi ci crediamo assolti, siamo per sempre coinvolti.

Fra leggerezza ed esaustività
Il volume offre una panoramica generale delle parole che circondano finanza ed economia. È rivolto soprattutto agli studenti, ossia a coloro che si ritroveranno in futuro a gestire un capitale da investire, ma anche a famiglie, anziani e semplici risparmiatori. Per quanto leggero e di taglio prettamente divulgativo, il libro non fa sconti. E affronta, in termini più semplici possibili, anche argomenti specialistici come gli swap, gli exchange traded fund e exchange traded commodities. Il volume è suddiviso per argomenti, quasi a voler offrire in maniera puntuale indicazioni specifiche a chi si trovasse di fronte all’eventualità di un investimento: dalle banche alle assicurazioni, per finire poi alla finanza e al mondo degli investimenti. L’ultima parte è invece dedicata ai rischi e agli organi di controllo, così da fornire, una volta terminata la lettura, indicazioni su come valutare un investimento e a chi rivolgersi in caso di dubbio.

Historia magistra vitae
Ampia parte del volume è dedicata alla storia dell’economia. L’idea di fondo, come si legge all’interno del glossario, è che “per capire il presente, anche quello dell’economia, è indispensabile conoscere il passato”. Ecco allora che si vedono passare in rassegna le teorie di Adam Smith e Karl Marx, fino ad arrivare ai termini nuovi dell’economia moderna come fintech, blockchain e big data. Nel mezzo c’è anche spazio per gettare uno sguardo sulla crisi dei mutui subprime e, più avanti nel volume, sul caso delle obbligazioni subordinate che ha portato alla ribalta delle cronache nazionali istituti come Banca Etruria e CariChieti. Elementi utili a rendere davvero la storia maestra di vita. Ed evitare così che i risparmiatori di domani possano commettere gli stessi errori di quelli di oggi.