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Potere di acquisto, italiani in affanno

L’alto costo della vita e il cuneo fiscale pesano sul benessere dei lavoratori del Bel paese che, secondo Willis Towers Watson, sono tra i più poveri d’Europa

Fisco e costo della vita abbattono la ricchezza dei lavoratori italiani. Willis Towers Watson ha confrontato le retribuzioni di 60 Paesi considerando il lordo, il netto ed il relativo potere d’acquisto. Emerge una classifica, la Global 50, che vede l’Italia tra gli ultimi posti in Europa. Non basta la ripresa economica, che spinge verso l’alto le retribuzioni. I lavoratori Bel paese, secondo la società di consulenza internazionale, sono penalizzati dall’alto livello di tassazione e dall’alto costo della vita (in rapporto alla media dell’Europa centrale e occidentale), che incidono sul potere d’acquisto. L’Italia è in difficoltà anche in confronto con le economie dei Paesi dell’ex blocco comunista. La combinazione tra alto costo della vita e sistema fiscale progressivo rende i lavoratori italiani tra i più poveri del continente. Si salvano solo i settori più esposti alla competizione internazionale: i servizi finanziari, il largo consumo e il farmaceutico. In affanno invece i lavoratori delle aziende che operano nei business delle telecomunicazioni o della grande distribuzione organizzata. In generale, le basse retribuzioni nel mercato europeo si traducono in una ridotta capacità delle aziende nell'attrarre manager dall'estero attraverso la leva della retribuzione. Nel confronto europeo, non si salva nessuna categoria di lavoratori: top manager, middle manager ed entry level. 


Italia in fondo alla classifica

Le retribuzioni dei neolaureati collocano l’Italia al tredicesimo posto, con un reddito annuo lordo di quasi 31.000 euro, che scende di due gradini per il potere di acquisto (25.213 euro), prima di Slovenia, Portogallo, Grecia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia. I più fortunati sono i giovani assunti in Svizzera, con reddito annuo lordo di 80.761 euro, con un potere di acquisto di 55.280 euro, più del doppio degli italiani. Seguono Lussemburgo, Germania, Irlanda, Belgio. Non cambia molto la classifica delle retribuzioni dei middle manager: l'Italia è quindicesima (reddito annuo lordo di 69.387 euro), e sedicesimo per potere di acquisto (45.249 euro), meglio solo di Grecia, Finlandia e Slovacchia. Anche in questo caso, il primato va alla Svizzera, con un potere di acquisto di 91.305 euro. Il secondo posto va ancora al Lussemburgo, mentre sul gradino più basso del podio si colloca il Regno Unito, che anticipa l’Irlanda. Dalla classifica dei top manager, Willis Towers Watson esclude amministratori delegati e direttori generali, perché ricevono retribuzioni personalizzate e non comparabili. Per i dirigenti più apprezzati in Italia, il reddito annuo lordo è di 211.516 euro, che diventano 117.975 euro di potere di acquisto, che nella classifica significa il quattordicesimo posto in Europa, meglio di Belgio e dei paesi scandinavi. Il Lussemburgo si aggiudica il primato, con un potere di acquisto di 179.135 euro. La sorpresa viene dalla Polonia, che si piazza al secondo posto, precedendo Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito.