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Epa, tutto pronto per l’alleanza Euro-nipponica

Restano solo pochi nodi da sciogliere per la partnership che, secondo il premier giapponese, sarà il nuovo motore dell’Abenomics

L’Unione europea ha raggiunto con il Giappone un accordo di partenariato economico (Economic partnership agreement, Epa). Il commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom, la scorsa settimana, aveva spiegato che Tokyo e Bruxelles dovrebbero concludere i negoziati entro la fine dell’anno, dopo l’accordo di massima dello scorso luglio.
Dal punto di vista giapponese, questa partnership rappresenta il “nuovo motore” dell’Abenomics. Lo ha affermato il premier giapponese Shinzo Abe il 17 novembre, nel suo discorso programmatico di fronte alla Dieta (il parlamento nipponico) per il nuovo governo dopo la schiacciante vittoria elettorale del 22 ottobre. L’Abenomics è il termine con cui vengono indicate le politiche economiche per il rilancio del Giappone promosse dai governi dell’attuale premier nipponico. Il Giappone, dopo aver assistito al ritiro degli Stati uniti dal Partenariato trans-Pacifico (Tpp), ora spinge per raggiungere un accordo definitivo con l’Unione europea, anche alla luce della strategia euroasiatica cinese caratterizzata dai grandi investimenti infrastrutturali nell’ambito della cosiddetta “nuova via della seta”, nota anche come “One belt one road” (Obor). 

“È stato raggiunto un accordo di massima per l’accordo di partnership economica (Epa) con l’Unione europea – ha ricordato Abe di fronte ai parlamentari – una gigantesca zona economica che rappresenta il 30% del Pil mondiale: il nuovo motore dell’Abenomics”. 

Il primo ministro giapponese ha anche ribadito di voler continuare a sospingere gli accordi di libero scambio al partire dal Tpp, nonostante il passo indietro di Donald Trump, ma anche avendo una “leadership nei negoziati per la Partnership economica comprensiva regionale (Rcep)”, che include i paesi dell’Asia meridionale e sudorientale, oltre che Giappone, Nuova Zelanda e Australia (ma non la Cina).

Secondo le intenzioni, l’Epa dovrebbe vedere la luce entro Natale. Cecilia Malmstrom ha spiegato che l’unica questione di primo piano ancora irrisolta riguarda i meccanismi di risoluzione delle eventuali dispute tra le aziende e i paesi. L’Ue chiede la creazione di un sistema di corti arbitrali permanenti, ma Tokyo non è convinta della proposta. Stando a fonti vicine ai negoziati citate dalla stampa giapponese, Bruxelles potrebbe decidere di finalizzare l’accordo e portare avanti separatamente i negoziati relativi alle dispute sugli investimenti.