i-trent-anni-del-mercato-unico-europeo

I trent'anni del mercato unico europeo

Quest’anno la piattaforma di libero scambio e di libera circolazione compie trent’anni. Il bilancio è più che positivo: il sistema creato nel 1993 è un simbolo, ma anche uno strumento concreto, di libertà e opportunità, di condivisione di certi valori, di uno stile di vita che molti paesi appena fuori dall’Ue guardano con simpatia, se non invidia

Era il primo gennaio del 1993, quando tutto sembrava possibile. Quel giorno, entrava ufficialmente in vigore il mercato unico europeo, uno dei principali cardini e motori dell’integrazione europea, frutto di decenni di progresso sociale, di avvicinamento e abbattimento delle barriere tra paesi che fino a pochi anni prima si facevano la guerra in casa. Il mercato unico europeo, è bene ricordarlo, rappresenta una pietra miliare dell’integrazione non solo per ragioni di business, ma anche perché consente a persone, beni, servizi e capitali di attraversare liberamente i territori comunitari, creando legami forti dove prima c’era diffidenza se non ostilità. Il mercato unico è stato (ed è ancora) un simbolo, ma anche uno strumento concreto di libertà e opportunità, di condivisione di certi valori, di uno stile di vita europeo, che molti paesi appena fuori dall’Ue guardano con simpatia, se non invidia.
Non sono passati molti giorni dalle proteste in Georgia e tutti abbiamo ancora in mente l’immagine di quella donna che tiene alta la bandiera dell’Unione, la brandisce e la difende dal getto dell’idrante che le viene scagliato addosso dalle forze dell’ordine. Per non parlare dell’Ucraina, l’esempio più eclatante della persistenza della forza di attrazione dell’Unione Europea e del suo modo di vivere.

 
Una piattaforma per 500 milioni di persone

Il mercato unico è stato istituito in seguito alla firma del trattato di Maastricht, il 7 febbraio 1992. Inizialmente vi avevano aderito 12 paesi: Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito. Attualmente il mercato unico comprende i 27 Stati membri dell’Ue, oltre ad alcuni paesi extra-Ue come Islanda, Liechtenstein e Norvegia che partecipano attraverso lo Spazio economico europeo, e la Svizzera, che grazie a una serie di accordi bilaterali ha un accesso parziale al mercato unico.
L’armonizzazione e il riconoscimento reciproco delle norme che regolano il mercato unico hanno permesso di creare uno spazio omogeneo in cui le aziende possono vendere i propri prodotti a circa 500 milioni di persone. Il mercato unico ha contribuito a rendere l’Unione Europea una delle piattaforme commerciali più forti al mondo, con il risultato di poter competere alla pari con potenze globali come Stati Uniti e, negli ultimi anni, la Cina. E non è cosa banale e scontata per un insieme di piccoli e vecchi Stati che hanno passato circa mille anni a farsi letteralmente la guerra ogni singolo anno.

Non solo una questione economica

Secondo i dati della Commissione Europea, la rimozione delle barriere ha portato a un aumento esponenziale degli scambi commerciali: nel 1993, le esportazioni di merci tra paesi dell’Unione ammontavano a 671 miliardi di euro, nel 2021 queste hanno superato i 3,4 trilioni di euro. Nel mercato unico operano 24 milioni di imprese; il Pil 2021 del mercato unico è stato pari a 14 trilioni di euro.
Ma non è solo una questione economica. I cittadini dell’Ue beneficiano di elevati livelli di sicurezza dei prodotti, oltre 3600 standard sono stati armonizzati nel 2022 per permettere che tutte le merci e i servizi abbiano la stessa qualità su tutto il territorio dell’Unione. Ben 17 milioni di europei vivono in un paese Ue che non è il loro Stato d’origine e possono studiare, vivere, lavorare e andare in pensione in qualsiasi paese dell’Unione.

 
Uniti nelle difficoltà

Gli ultimi difficili anni hanno mostrato plasticamente inediti vantaggi del mercato unico. La condivisione è stata essenziale per affrontare la pandemia di Covid-19 e la crisi energetica che è derivata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, anche se in apparenza gli Stati membri hanno reagito in ordine sparso, soprattutto durante i mesi più duri della pandemia. Sebbene ci siano state limitazioni negli spostamenti delle persone tra un paese e l’altro, mantenere aperte le frontiere interne e garantire il regolare funzionamento del mercato unico ha consentito ai vaccini, alle attrezzature mediche e agli altri materiali utili di raggiungere chiunque ne avesse bisogno. Inoltre, grazie all’ampiezza e al coordinamento della piattaforma europea, le istituzioni comunitarie hanno tenuto sotto controllo i costi dell’acquisto dei vaccini e hanno garantito la loro sicurezza, approvandone solo alcuni, cioè quelli che rispondevano ai più alti standard qualitativi imposti dall’Unione.
Oggi, infine, la risposta dell’Europa alla crisi energetica si è concretizzata con il piano RePowerEU che, grazie al mercato unico, ha consentito all’Ue di acquistare congiuntamente fonti energetiche più diversificate e accelerare lo sviluppo dell’energia rinnovabile. C’è da ricordare, inoltre, che il più ambizioso piano al mondo contro il cambiamento climatico, il Green Deal, è proprio il piano d’azione europeo.

Migliorare ciò che non funziona (ancora)

Nel 2022, il Parlamento Europeo ha approvato la legge sui mercati e i servizi digitali, che fissa norme comuni per tutte le piattaforme: l’obiettivo è creare un ambiente online più sicuro, più equo e più trasparente. Gli europarlamentari, contemporaneamente, sostengono sia necessaria la creazione di un “diritto alla riparazione”, che risponda alle difficoltà delle persone nel far riparare i propri prodotti tecnologici (ma non solo), che finiscono per diventare tonnellate di rifiuti difficili da riciclare.
E domani? Si va avanti nella direzione di migliorare ciò che non funziona ancora come dovrebbe, avendo a cuore l’unità dei popoli europei e valorizzando la responsabilità verso i cittadini dell’Unione Europea.


STUDIARE E LAVORARE IN EUROPA

Uno dei maggiori successi del mercato unico europeo è stato l’Erasmus, il noto programma di scambio che permette ogni anno agli studenti dell’Unione Europa di studiare in altro paese Ue per un certo periodo. Erasmus ha coinvolto quasi 640mila persone e, sempre secondo della Commissione, più di 11mila giovani imprenditori hanno beneficiato di esperienze all’estero grazie ai programmi collegati a Erasmus.
Restando al capitolo professionale, le norme del mercato unico assicurano che le qualifiche professionali di un paese siano riconosciute da un altro. Perciò avvocati, ingegneri, medici, per esempio, possono godere di pari opportunità in tutti i paesi dell’Ue.
Una delle innovazioni più recenti e che guarda al futuro della nostra vita sempre più digitale è stata certamente l’introduzione del regolamento sulla protezione dei dati personali, il cosiddetto Gdpr, che garantisce agli utenti determinati diritti, tra cui l’accesso ai propri dati, il controllo di come questi sono utilizzati e la possibilità di richiederne la cancellazione.