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L’alimentazione umana mangia il Pianeta: l’allarme del Wwf

I consumi alimentarI in tutto il mondo stanno causando la perdita del 70% di bioversità terreste e del 50% di quella d’acqua dolce: il nuovo rapporto lanciato in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione

È urgente un cambio dei regimi alimentari di ciascun Paese per invertire il trend in picchiata della perdita di biodiversità. Il modo con cui ci alimentiamo ha infatti causato finora la perdita del 70% di biodiversità terrestre e del 50% di quella d'acqua dolce. Lo afferma il Wwf in un nuovo rapporto con cui ha lanciato la Food week in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, lo scorso 16 ottobre. Secondo l’associazione ambientalista, “stiamo divorando il Pianeta senza capire quanto la nostra salute sia profondamente connessa con quella dell'ambiente in cui viviamo”.
Il rapporto, intitolato “Invertire la rotta: il potere riparatore delle diete amiche del Pianeta” consiste in una ricerca scientifica condotta sulle diete di 147 Paesi del mondo. Lo studio si pone l’obiettivo di offrire una visione globale e indica un approccio locale per favorire l’adozione di diete sostenibili per uomo e natura”. Secondo l’analisi del Wwf, la scelta di un “modello alimentare amico del Pianeta” a livello globale comporterebbe: aria più pulita e temperature più basse con una riduzione di circa il 30% delle emissioni di gas serra, maggiore biodiversità sul Pianeta, riducendone di almeno il 5% la perdita, più spazio per natura e specie poiché si ridurrebbe di almeno il 40% il bisogno di terreni agricoli, una popolazione più in salute e con un’aspettativa di vita più lunga, in quanto il tasso di mortalità prematura si ridurrebbe di almeno il 20%.

La dieta mediterranea come punto di riferimento

Attualmente in Italia potremmo ridurre del 36% la perdita di biodiversità e del 28% la domanda di terre coltivate, se scegliessimo tutti di rivedere i nostri stili alimentari ogni giorno. Nello studio, il Wwf ha voluto fornire ai consumatori dei criteri basati su un’analisi scientifica per rendere la dieta attuale una sana e sostenibile per il futuro delle persone e del Pianeta. Secondo l’associazione le diete a basso impatto ambientale sono adeguate dal punto di vista nutrizionale con una composizione di alimenti prevalentemente di origine vegetale (frutta, verdura, legumi e cereali), diversificata ed equilibrata.
“La nostra dieta mediterranea – sottolinea il Wwf – è un modello di dieta sostenibile, anzi è uno dei modelli alimentari più sostenibili per l’ambiente e la salute, universalmente riconosciuta non solo dall’Unesco ma da numerose evidenze scientifiche. Purtroppo, però, nel nostro Paese la dieta mediterranea è a rischio di estinzione per via di una serie di fattori come l’urbanizzazione, le difficoltà economiche e il ritmo di vita frenetico, che stanno modificando la nostra alimentazione e i nostri modelli di consumo verso modelli occidentali, troppo ricchi di carne e altri derivati animali, prodotti trasformati, industriali e da fast food”, avverte l’associazione ambientalista.