monsoni-nel-sud-est-asiatico-il-2020-e-un-anno-record

Monsoni nel sud-est asiatico, il 2020 è un anno record

In Pakistan piogge violente come non si vedevano da quasi 90 anni. Situazione drammatica anche in Bangladesh, dove le inondazioni aggravano la situazione di una popolazione già in estrema difficoltà a causa del Covid-19

Gli abitanti dell’area del sud-est asiatico sono abituati alla violenza delle piogge della stagione dei monsoni. Ma quest’anno il fenomeno ha fatto segnare un record, in particolare in Pakistan dove si è registrata la stagione monsonica più piovosa degli ultimi 89 anni. Nella sola città di Karachi, il 30 agosto, sono caduti oltre 230 millimetri di pioggia. Nel Paese i morti sono già circa 200, secondo i dati forniti dalla National Disaster Management Authority. Nel corso della stagione dei monsoni del 2019 morirono 225 persone e 166 rimasero ferite.
Oltre che nella provincia del Sindh, di cui Karachi è capitale, le forti piogge si sono abbattute anche sulla provincia nordoccidentale di Khyber Pakhtunkhwa, provocando indazioni e allagamenti, con tutte le conseguenze del caso.
Le piogge sono iniziate il 22 agosto. Molte infrastrutture di Karachi sono state distrutte. Come ha informato il Commissario governativo responsabile per i soccorsi della provincia del Sindh, in venti distretti della provincia del Sindh, inclusi tutti e sei i distretti della città di Karachi, è stato dichiarato lo "stato di calamità". Il Primo Ministro Imran Khan ha assicurato pieno sostegno del governo alla città di Karachi, attivando un pronto intervento.
Anche in Bangladesh sono state registrate piogge monsoniche senza precedenti e le peggiori inondazioni degli ultimi vent’anni hanno colpito milioni di persone. Le piogge incessanti hanno portato a inondazioni diffuse in tutto il Paese che hanno colpito circa cinque milioni di persone, tra cui 1,9 milioni di bambini, secondo le Nazioni Unite. Più di un milione di case sono state danneggiate dalle inondazioni e decine di persone sono morte.
Come ha spiegato Mostak Hussain, direttore umanitario di Save the Children in Bangladesh, “stiamo assistendo alle inondazioni più persistenti da oltre due decenni, con un enorme impatto sulla salute e il benessere di bambini e famiglie nelle zone basse del Paese. Decine di migliaia di latrine e pozzi sono danneggiati o distrutti, compromettendo gravemente l’accesso all’acqua potabile e alle pratiche igieniche”. Nel frattempo, ha aggiunto, le misure di blocco a causa del Covid-19 unite alle forti piogge, “impediscono alle famiglie, in particolare le donne in gravidanza, di accedere ai servizi sanitari di cui hanno bisogno. Milioni di persone che fanno affidamento sulla terra per coltivare il loro cibo e procurarsi denaro per vivere, hanno perso tutto mentre un terzo del Paese è completamente sommerso”.
Secondo il direttore umanitario della Ong, il governo del Bangladesh, “è fortemente consapevole degli eventi meteorologici estremi” e ha dichiarato lo stato di emergenza climatica l’anno scorso, ma è necessario fare molto di più “per proteggere i bambini e le famiglie vulnerabili dalla perdita delle loro case e dei mezzi di sussistenza ogni volta che c’è un evento meteorologico estremo o i fiumi esondano. Dobbiamo rendere le comunità più resilienti e in grado di adattarsi al cambiamento climatico, perché purtroppo questo potrebbe diventare la condizione di vita del futuro”.