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Tornano le nazionalizzazioni

Il crollo delle economie mondiali sta affossando anche il mercato di fusioni e acquisizioni. Secondo gli analisti il ruolo dello Stato nell’economia tornerà determinante, mettendo in pausa (chissà per quanto) neo-liberismo e austerity

L’attività globale di fusioni e acquisizioni è calata del 28% nel primo trimestre di quest’anno, raggiungendo il livello più basso dal 2016. Un risultato non è sorprendente, visti i devastanti effetti economici della pandemia di Covid-19 che da inizio marzo stanno facendo vedere i propri frutti avvelenati. È comunque da gennaio che le operazioni di M&A sono fiacche in molte parti del mondo. Gli accordi di questo tipo negli Stati Uniti sono diminuiti della metà, a 252 miliardi di dollari, nei primi tre mesi dell’anno, confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente, portando i volumi globali a 698 miliardi da 964 miliardi nel primo trimestre del 2019, secondo Refinitiv, una delle principali società che fornisce dati e statistiche. I volumi del continente asiatico, invece sono scesi del 17% su base annua a 143 miliardi, mentre l’Europa è risultata in controtendenza, giacché ha visto il suo volume d’affari crescere più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019, a 232 miliardi, grazie soprattutto a pochi mega-accordi conclusi poche settimane prima che il virus iniziasse ad abbattere le economie della regione.

Le ultime grandi operazioni 

Con la chiusura totale di più della metà delle attività mondiali, e di vaste aree del globo, il settore M&A resterà asfittico ma non si prosciugherà totalmente: gli analisti sostengono che sarà dominato da accordi di salvataggio, da ristrutturazioni e anche nazionalizzazioni, mentre i governi e le banche centrali tentano di sostenere l’economia. Alcuni esempi: la Russia ha utilizzato il suo National Wealth Fund per finanziare il più grande deal di questo trimestre: l’acquisto per 39 miliardi del più grande operatore finanziario del Paese, Sberbank. Altre grandi offerte hanno incluso l’acquisizione totale da parte del broker assicurativo Aon per 30 miliardi di euro del competitor Willis Towers Watson, e l’acquisizione da 18 miliardi guidata da un fondo di private equity del business degli ascensori di Thyssenkrupp.

Un impatto destabilizzante 

Ma è proprio l’intervento dello Stato la grande novità e il punto potenzialmente di svolta dopo più di trent’anni di liberalizzazioni. La Federal Reserve americana e le sue controparti globali si sono mosse in modo aggressivo nell’ultimo mese per tagliare i tassi e ripristinare così la fiducia degli investitori, per quanto possibile. “Se le turbolenze del mercato e la volatilità persistono, vedremo una polarizzazione tra le aziende in settori più resilienti che potranno meglio resistere a questa crisi e operatori in difficoltà nei settori più colpiti che saranno affamati di liquidità”, ha spiegato Paulo Pereira, socio fondatore presso Perella Weinberg Partners, rispondendo alla Reuters. Pereira ha aggiunto che un rimbalzo dell’attività di fusioni e acquisizioni dipenderà dal fatto che le società in difficoltà avranno un “impatto destabilizzante materiale” su altri settori, compresi i servizi finanziari.

Lo Stato salverà interi settori 

“Inevitabilmente – ha continuato – ci sarà un certo impatto perché le economie sono interconnesse”, ma Pereira ha anche precisato che “il sistema finanziario è ora capitalizzato meglio rispetto al 2008 e le azioni dei governi e delle banche centrali saranno fondamentali per determinare la capacità di ripresa dell'economia”. I dealmaker si aspettano, quindi, un maggiore intervento politico per salvare le aziende d’interesse nazionale e strategico. “Ci saranno accordi di salvataggio e ce ne saranno molti”, ha detto Luigi de Vecchi, chairman of Emea banking capital markets advisory di Citigroup. “Si assisterà a un ritorno dell’intervento statale – ha sottolineato –, innescato non solo da iniziative protezionistiche per dissuadere acquisizioni indesiderate, ma dalla pura necessità di salvare interi settori, rilanciare risorse strategiche e, dove possibile, creare campioni nazionali attraverso il consolidamento”, ha concluso.