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Industria, 2019 flat ma prospettive incoraggianti

Mentre i settori automotive e metallurgico continuano a soffrire e a pesare sul giro d’affari della manifattura italiana, nel prossimo biennio Intesa Sanpaolo e Prometeia prevedono "una progressiva accelerazione"

Il fatturato dell’industria manifatturiera italiana resterà sostanzialmente stabile per tutto il 2019, giacché una leggera crescita dello 0,2%, a prezzi costanti, non darà quello shock alla produzione di cui il Paese avrebbe bisogno. Tuttavia, non tutti i settori condivideranno gli stessi andamenti: tra i comparti più brillanti, per esempio, spicca ancora la farmaceutica mentre gli altri meno tonici sono quello l’automobilistico e la metallurgia. Secondo i dati dell’osservatorio dei settori industriali, elaborato da Intesa Sanpaolo e Prometeia, le criticità della manifattura riguardando l’Italia ma ancor più la Germania, cosa che si ripercuote sul valore aggiunto dei fornitori.

Lo stretto legame con la Germania 

Le stime individuano l’Italia come il Paese che contribuisce maggiormente alla filiera automotive tedesca, con una quota di valore aggiunto del 2,4%, prima di molti Paesi dell’Est Europa. Questa posizione spiega l’esposizione particolare dell’Italia al rallentamento tedesco: la Germania assorbe il 20% circa del valore aggiunto che i settori manifatturieri italiani destinano alla catena automotive mondiale. Ma la situazione non è però così drammatica, visto che la diversificazione del nostro tessuto produttivo, precisa Prometeia, ci consente di servire una molteplicità di Paesi e settori. La conseguenza è che la quota di esposizione verso l’automotive tedesco scende all’1% se letta alla luce del contributo della manifattura italiana all’intera economia mondiale.

Le speranze per il prossimo biennio 

Nel prossimo biennio, l’industria manifatturiera italiana potrà risollevarsi moderatamente, con un ritmo di +1,3% medio annuo a prezzi costanti, in progressiva accelerazione, grazie alla ripresa degli scambi mondiali e a un profilo più espansivo della domanda interna, soprattutto della componente investimenti in beni strumentali. Nello specifico dei comparti, le prospettive 2020-21 migliorano per l’automotive e per le annesse produzioni intermedie e restano buone per i settori già dinamici, come farmaceutica, largo consumo e prodotti e materiali da costruzione. Anche la meccanica, settore di punta della nostra industria, si manterrà in moderata crescita.

Tra rischi e bilanci resilienti 

Tuttavia lo scenario, dicono da Intesa, resta denso di rischi: il protezionismo a Brexit restano le casse-têtes dell’intero settore. L’intensità della ripresa del ciclo manifatturiero dipenderà, pertanto, anche dalla velocità di reazione delle imprese di fronte a un contesto complesso e in continuo mutamento, perché il settore sta scontando uno scenario di incertezza globale e di rallentamento della domanda interna, sia per i consumi sia per gli investimenti. Bisognerà attendere il 2021 per vedere una domanda mondiale più tonica ma, rispetto agli anni passati, sembra prevalere nei bilanci delle imprese un buon equilibrio finanziario che le aiuterà ad affrontare sfide difficili. Dai bilanci 2018 analizzati Intesa Sanpaolo e Prometeia emergono conferme riguardo un tessuto produttivo rafforzato su più fronti: dalla redditività alla liquidità, queste risorse renderanno sostenibile l’indebitamento, indipendentemente dal settore considerato e dalle dimensioni delle aziende.