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Previdenza, 5,4 milioni di pensionati sotto mille euro

I numeri arrivano dalla relazione annuale dell’Inps: l’importo medio si ferma a 1.548 euro al mese. “Il nostro sistema pensionistico è solido”, ha affermato il presidente Pasquale Tridico. Quota 100 e reddito di cittadinanza non sfondano

Circa 5,4 milioni di pensionati, pari al 34,7% del totale, hanno ricevuto nel 2018 un assegno previdenziale inferiore a mille euro al mese. L’importo medio complessivo si è attestato a 1.156 euro mensili, cifra che sale a 1.548 se si considera il cumulo di diversi trattamenti. Per 1,2 milioni di persone (7,7% della platea) l’assegno ha superato invece i 3mila euro al mese. I numeri arrivano dalla relazione annuale dell’Inps, presentata lo scorso 10 luglio dal presidente Pasquale Tridico.
L’istituto ha chiuso il 2018 con un rosso di 7,8 miliardi di euro, in peggioramento di 855 milioni rispetto all’esercizio precedente. “Il nostro sistema pensionistico è solido”, ha tuttavia rassicurato Tridico, alla sua prima relazione da vertice dell’istituto previdenziale. “Il bilancio dell’Inps è unico – ha aggiunto – e l’istituto deve mantenere la sua unità, che consente di sfruttare economie di scala e di rendere più efficiente la fornitura di beni e servizi attraverso l’accentramento di informazioni e competenze”. Tuttavia, ha proseguito, “una riflessione sulla trasparenza contabile è necessaria al fine di rendere edotti cittadini e policy maker sulla divisione reale tra spesa pensionistica e quella assistenziale, che non è finanziata con i contributi dei lavoratori ma attraverso la fiscalità generale”. Così facendo, ha affermato, sarà possibile “evitare allarmismi sulla sostenibilità del nostro sistema pensionistico”.

Patrimonio in crescita
A fronte del rosso, alcuni dati virano in positivo. A cominciare da un patrimonio netto che, dopo il -6,9 miliardi di euro del 2017, ritrova il segno più nel 2018 e si attesta ora, a seguito di alcuni interventi legislativi, a 47 miliardi di euro. L’avanzo finanziario arriva invece a 64 milioni di euro, segnando in un anno una variazione positiva di 60 milioni.
Resta poi sostanzialmente stabile l’incidenza sul Pil della spesa pensionistica comprensiva degli interventi assistenziali a carico dello Stato, passata dal 15,28% del 2016 al 15,12% del 2018. Stessa dinamica anche se si osserva la sola spesa di competenza previdenziale, che cala in tre anni dal 12,13% al 12,01%. Per Tridico, “il contenimento della dinamica della spesa pensionistica complessiva dell’Inps” si rivela un fattore positivo.

Uno sguardo a quota 100 e reddito di cittadinanza
La relazione si è poi soffermata sulle due grandi novità del welfare italiano: quota 100 e reddito di cittadinanza. Sulla prima, i numeri sono piuttosto netti: quota 100 non ha sfondato. “Complessivamente alla fine del mese di giugno sono pervenute 154.095 domande”, ha affermato Tridico. Seguendo questo trend, ha proseguito, “alla fine dell'anno il numero atteso delle pensioni in pagamento sarà pari a circa 205.000”, ossia il 29% in meno di quanto preventivato.
Maggiori adesioni invece per il reddito di cittadinanza: circa 840mila nuclei familiari, per un totale di oltre due milioni di beneficiari, risultano percettori di un reddito o una pensione di cittadinanza. “L’importo medio – ha specificato Tridico – è di circa 500 euro”. Anche in questo caso, tuttavia, i target di governo appaiono lontani: la ventilata abolizione della povertà potrà avvenire soltanto se la misura si allargherà a tutta la platea dei potenziali beneficiari.