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Avvocati, arrivano le nuove regole di risk management

Le norme Uni-Asla sull’organizzazione e gestione dei rischi negli studi legali coinvolgono 240 mila professionisti

Dopo un iter della durata di quasi un anno sono state approvate le nuove regole Uni per gli avvocati, che ridefiniscono l’organizzazione e la gestione dei rischi negli studi legali. Le nuove prassi sono state promosse da Asla (Associazione degli studi legali associati) in collaborazione con Uni, l’ente italiano di normazione, e Accredita, l’organismo di certificazione.
Sono circa 240 mila i professionisti interessati dalle nuove regole. Il timore principale legato alle nuove norme è che queste costringano il professionista a trasformarsi in imprenditore o manager, giacché si assimila la gestione dello studio legale a quella di un’impresa. Al contrario, le disposizioni vogliono promuovere una partecipazione più responsabile e collegiale nella gestione dello studio. 

Secondo Marco Ferraro, membro del consiglio direttivo e del comitato esecutivo di Asla “per funzionare bene l’attività forense oggi richiede un metodo di lavoro, delle regole e delle procedure che coinvolgano tutte le persone interne, ciascuna al proprio livello di competenza e responsabilità, dal fondatore alla segretaria che risponde al telefono, e tutte le figure esterne che a vario titolo gravitano intorno allo studio e interagiscono con esso”.
L’esigenza organizzativa c’è per tutti ed è sempre più pressante perché gli avvocati, con l’introduzione dell’obbligo assicurativo (scattato il 12 novembre, dopo il rinvio di un mese) devono affrontare la sfida della gestione dei rischi connessi alla loro professione.

Il risk management diventa quindi prioritario e centrale nella nuova prassi: nuovo approccio per i processi; chiara individuazione ed efficace distribuzione dei ruoli e delle responsabilità; gestione corretta ed efficace dei componenti dello studio legale; orientamento al servizio del cliente; controllo dei rischi; obiettivo di continuo miglioramento; adozione di procedure uniformi per le prestazioni professionali; orientamento al rispetto dei requisiti cogenti. 

“Chi adotterà la nuova prassi Asla-Uni – ha sottolineato Ferraro – potrà ottenere più facilmente la certificazione di conformità da parte di organismi terzi indipendenti e ufficialmente accreditati a tal fine. Gli studi legali certificati potranno beneficiare, inoltre, di una miglior governabilità dei rischi con meno errori e alla lunga con riduzione dei costi delle coperture assicurative obbligatorie”.