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Covip, sempre più italiani con la pensione di scorta

Secondo la commissione di vigilanza sui fondi pensioni, nel 2017 si sono contati più di 7,6 milioni di iscritti a forme di previdenza complementare: dato in rialzo, ma pesano disuguaglianze e contributi spesso solo virtuali

Sempre più italiani con la pensione di scorta. Secondo la relazione annuale della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, nel 2017 si sono contati più di 7,6 milioni di italiani iscritti a forme di previdenza complementare, in crescita del 6,1% su base annua. Considerando anche le posizioni multiple, le adesioni complessive si attestano ora a quota 8,3 milioni. Crescono soprattutto i fondi aperti (+9,2%), seguiti da fondi negoziali (+7,8%) e piani individuali pensionistici (+7,6%). In totale, le nuove adesioni registrate nell’anno appena trascorso arrivano a 679mila. 

I contributi versati nel 2017 si sono attestati a quota 14,9 miliardi di euro, con una media per singolo iscritto di 2.620 euro nel corso dell’anno. Il patrimonio del settore si attesta ora a 162,3 miliardi di euro, in aumento del 7,3% rispetto a quanto registrato nel 2016, coprendo un ammontare complessivo pari al 9,5% del Pil e al 3,7% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.


I punti critici, tuttavia, non mancano. A cominciare da una contribuzione che spesso, nei fatti, è solo virtuale. A fronte del rialzo del 7,8% registrato fra gli iscritti dei fondi negoziali, tanto per citare un caso, il versamento dei contributi ha segnato un incremento annuale del solo 3,5%. Come si legge nella relazione della Covip, “il forte aumento delle iscrizioni conseguenti all'introduzione dell'adesione contrattuale si è tradotto in un aumento modesto dei flussi contributivi”. Detto in altri termini, non tutti gli iscritti versano i contributi. Nel 2017 si sono contate 2,1 milioni di posizioni che non hanno registrato alcun tipo di contribuzione, in crescita del 14% rispetto al 2016. Tradotto in altri numeri, il 23,5% degli iscritti, pari a 1,8 milioni di persone, non hanno versato contributi nel 2017.


La crescita delle adesioni, inoltre, non sembra aver avuto un andamento diffuso nel tessuto generalizzato della popolazione. Le disuguaglianze nel mercato del lavoro si riflettono infatti nell’approccio alla previdenza complementare, creando sacche di lavoratori che risultano meno coinvolti, quando non del tutto esclusi, dalla possibilità di crearsi una pensione di scorta. È il caso dei giovani: la partecipazione degli under 34 alla previdenza complementare si attesta al 19%, un terzo in meno delle fasce di età più mature, scontando le difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro. Stesso risultato anche se si guarda alla popolazione femminile: a fronte di un’adesione media del 31,4%, la partecipazione femminile al mondo della previdenza complementare si ferma al 25,4%.