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Asset management, trasformarsi per sopravvivere

In un contesto di mercato incerto, le possibilità di successo sono limitate agli operatori che punteranno sull’innovazione, sull’eccellenza nella gestione e sulla riduzione dei costi

La sfida del risparmio gestito sarà tra le principali dei prossimi anni. Gli asset manager tradizionali dovranno puntare decisamente sull’innovazione per trasformare il proprio modo di lavorare e conservare la propria posizione, crescendo ulteriormente. Una ricerca a livello mondiale, condotta da The Boston Consulting Group, ha coinvolto 153 tra i principali attori del settore, che rappresentano 43 trilioni di dollari, ovvero più del 62% degli asset under management (AuM) globali in 43 mercati diversi. 

Il report si concentra sulle sfide che affrontano gli asset manager tradizionali, anche alla luce di un 2016 fragile per il settore: per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, i ricavi dei gestori di patrimoni sono scesi, così come i loro profitti. Il valore globale degli AuM è cresciuto del 7% nel 2016, a 69,1 trilioni di dollari dai 64,6 trilioni del 2015: un dato, però, che da solo può trarre in inganno. L’aumento è stato prodotto in gran parte dal crescente valore degli investimenti in mercati finanziari in rapida crescita, mentre i nuovi flussi netti, la linfa vitale dell’industria, hanno rappresentato appena l’1,5% e sembra improbabile che possano ritornare ai livelli pre-2008, tra il 4% e 6%. 

Guardando all’Italia (ma anche alla Spagna), una piccola fetta della torta europea, i risparmiatori stanno spostando i propri risparmi dai conti deposito tradizionali, che pagano tassi d’interesse infinitesimali, verso prodotti gestiti: questi flussi, comunque importanti, non sono sufficienti a compensare la performance debole o negativa di diversi mercati europei.
Quest’anno, secondo gli analisti, il contesto è rimasto impegnativo e tuttavia l’accelerazione dello sviluppo di nuove tecnologie creerà, nei prossimi anni, opportunità (e minacce). 

I migliori asset manager saranno quelli che sapranno crescere attraverso le partnership e le acquisizioni migliori, soprattutto nei nuovi mercati come la Cina. Parallelamente, occorrerà pensare a una strutturata riduzione dei costi. Nei settori operations e IT, gli asset manager potranno cogliere le opportunità maggiori: i migliori ridurranno i costi da un minimo del 20% a un massimo del 35% nelle aziende più frammentate. Nuovi strumenti di robotica consentiranno la digitalizzazione e l’automazione dei processi chiave, riducendo drasticamente i costi, anche del 40%, in aree mirate come quella del controllo dati.

In un mercato incerto, non tutti cresceranno. Le possibilità di successo saranno limitate alle organizzazioni che si avvantaggeranno grazie all’innovazione e all’eccellenza nella gestione, che sapranno utilizzare l’analisi dei dati per ottenere prestazioni superiori e che saranno i migliori nei servizi ai clienti, mantenendo i costi sotto controllo.