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Pensioni, italiani più preoccupati d'Europa

Per il 60% degli investitori nazionali, secondo una recente ricerca di Schroders, i contributi pubblici non garantiranno un adeguato sostentamento negli anni della vecchiaia: il 31%, nello specifico, teme che il futuro reddito non sarà sufficiente a mantenere il proprio stile di vita

Gli italiani sono preoccupati per la propria pensione. Anzi, secondo una recente ricerca di Schroders, sono i più preoccupati d'Europa. Il 60% degli investitori italiani, stando ai numeri dello Schroders Global Investor Study 2020, teme infatti che i contributi previsti dagli schemi pubblici previdenziali non garantiranno un sostentamento adeguato negli anni della pensione: nel resto del mondo non si va oltre una media del 55%. In questo contesto, il 31% degli investitori italiani si è detto preoccupato che, una volta uscito dal mercato del lavoro, il reddito non sia sufficiente a mantenere uno stile di vita in linea con le proprie abitudini.
Di fronte a questi timori, non stupisce che la popolazione stia adottando le dovute contromisure. Il 26% del campione nazionale, a tal proposito, ha affermato di utilizzare il proprio reddito per accrescere il risparmio previdenziale: fino a tre anni fa il dato era fermo al 12%. Nello specifico, i risparmi accantonati ammontano al 13% del reddito disponibile, cosa che delinea una propensione al risparmio previdenziale solida ma comunque inferiore a una media mondiale arrivata al 15,2%. All'aumento dell'accantonamento pensionistico fa da contraltare una contestuale diminuzione della spesa per consumi, con l'acquisto di beni voluttuari come automobili e vacanze che diminuisce dal 10% di tre anni fa all'attuale 6%.
Ulteriori possibilità di pianificazione finanziaria restano tuttavia inesplorate. E ciò, stando alle risposte degli intervistati, principalmente a causa di due ragioni. Innanzitutto perché, per il 36% degli investitori italiani, i continui cambiamenti normativi sulla gestione del risparmio in ottica previdenziale non favoriscono una pianificazione di lungo periodo. E poi perché, stando al 38% del campione, manca ancora la dovuta chiarezza sugli strumenti a disposizione per incrementare il proprio reddito pensionistico. A ciò si aggiunge infine anche un certo pessimismo, dettato probabilmente dalla volatilità finanziaria innescata negli ultimi mesi dalla pandemia di coronavirus, che però trova scarso riscontro in gran parte del resto del mondo. Stando ai risultati della ricerca, gli investitori globali si attendono infatti un rendimento medio annuo del 10,9% nei prossimi cinque anni, ben 1,02% più rispetto a due anni fa e 0,2 in più rispetto allo scorso anno. In Italia, invece, il ritorno atteso si ferma al 7,93%, sopra soltanto a Svizzera (6,96%) e Giappone (5,96%).