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Quota 100, Moody’s lancia l’allarme

L’agenzia di rating fotografa un paese fragile e in progressivo invecchiamento: l’andamento demografico, unito alle ultime misure recentemente approvate in materia previdenziale, rischia di esacerbare una situazione già precaria per le casse dello stato

L’Italia resta un paese di vecchi. E lo sarà sempre di più, secondo le stime di Moody’s. La fotografia che arriva dall’agenzia di rating delinea infatti i connotati di un paese che, stretto fra allungamento della speranza di vita e calo della natalità, appare sempre più in progressivo invecchiamento. L’età media, attualmente ferma alla già elevata soglia di 46 anni, pare destinata a un ulteriore incremento nel prossimo futuro. E le recenti riforme pensionistiche, in questo peculiare contesto demografico, rischiano di esacerbare una situazione già precaria per le casse dello Stato.
“L’impatto negativo dell’invecchiamento sulle finanze pubbliche aumenterà nei prossimi decenni”, fa sapere l’agenzia di rating. A condizioni attuali la spesa pensionistica segnerà un balzo di tre punti di Pil entro il 2040: con quota 100, precisa Moody’s, l’impatto potrebbe rivelarsi ben più forte. “La recente decisione del governo di capovolgere alcuni importanti aspetti delle precedenti riforme delle pensioni aumenterà la pressione sui conti pubblici di un paese, l’Italia, che è già altamente indebitato”. È anche sulla base di queste misure che Moody’s ha preso la “decisione di tagliare il rating dell’Italia a Baa3 nell’ottobre del 2018”.
Quota 100 o meno, la situazione resta comunque precaria. Stando alle stime dell’agenzia di rating, nel 2040 gli over 65 in Italia arriveranno a coprire il 30% della popolazione. In questo contesto, la fascia in età lavorativa si contrarrà del 13%, perdendo di fatto cinque milioni di persone, e per ogni over 65 ci saranno appena due lavoratori a sostenerlo (oggi sono tre). L’invecchiamento generalizzato della popolazione porterà inoltre con sé anche una maggior necessità di cure e prestazioni sanitarie, con conseguente aumento dei costi e aggravio per il bilancio delle regioni. Anche l’economia più generale pare destinata a risentire del nuovo assetto demografico: ristoranti e abbigliamento, secondo l’agenzia di rating, saranno i settori che più soffriranno della minor capacità (o volontà) di spesa degli anziani.