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L’Europa cresce ma piano. L’Italia insegue a piccoli passi

I dati Eurostat del secondo trimestre registrano una crescita del Pil dell’Eurozona pari allo 0,6%

Sebbene risulti migliore rispetto alle attese, la crescita italiana rimane tra le più basse d’Europa. Secondo Eurostat, nel secondo trimestre 2017 la crescita media nell’Unione Europea è stata dello 0,6%, cioè lo 0,2% in più rispetto all’Italia, che ad agosto ha registrato un +0,4%. Il tasso di crescita annualizzato è del 2,2% per l’Eurozona e del 2,3% per i Paesi che non adottano l’euro.
Lo scorso luglio la Bce aveva rivisto le stime sulla crescita del Pil dell’Eurozona per i prossimi due anni. La previsione per il 2018 è di una crescita al +1,8%, mentre per il 2019 Francoforte si attende un rialzo di 0,1 punti rispetto alle precedenti stime: +1,6%.


Deficit, l’Italia meglio della Francia

Sul fronte del deficit, l’Eurostat a ottobre ha certificato un nuovo consuntivo sui conti pubblici. L’area composta dai 19 Paesi della moneta unica riporta un calo del deficit complessivo pari all’1,5% del Pil (dal 2,1% del 2015) mentre nell’Ue il dato è calato dal 2,4% all’1,7%. L’Italia ha chiuso il 2016 con un deficit-Pil in limatura al 2,5% (a fronte del 2,6% del 2015) che corrisponde a un disavanzo di 41,9 miliardi di euro. Il dato sul deficit corrisponde a quello che era stato leggermente rivisto al rialzo dell’Istat lo scorso 22 settembre.
Il deficit pubblico più elevato nel 2016 si è registrato in Spagna (4,5% del Pil), seguita da Francia (3,4%) e Romania (3%). Lussemburgo (+1,6%), Malta e Svezia (+1,1% entrambi), Germania (+0,8%), Repubblica Ceca (+0,7%), Grecia e Cipro (+0,5%), Paesi Bassi (+0,4%) e Lituania (+0,3%) hanno registrato un avanzo, mentre Lettonia e Bulgaria hanno chiuso in pareggio. I deficit più bassi sono stati quelli dell’Estonia (0,3%), della Danimarca (0,6%), dell’Irlanda (0,7%) e della Croazia (0,9%).


Un macigno da 2.218 miliardi di euro

Nel 2016 il debito pubblico italiano ha raggiunto il 132% del Pil (dal 131,5% del 2015) portandosi in termini assoluti a quota 2.218 miliardi di euro, dai 2.173 miliardi dell’anno precedente. L’ammontare del Pil italiano è risultato di 1.681 miliardi, da 1.652 del 2015.
Al 31 dicembre 2016 il debito pubblico più basso rispetto al Pil è stato registrato in Estonia (9,4%), Lussemburgo (20,8%), Bulgaria (29%), Repubblica Ceca (36,8%), Romania (37,6%) e Danimarca (37,7%). Sedici Paesi avevano debiti superiori al 60% del Pil: il più elevato è quello della Grecia (180,8%), che precede il nostro Paese; seguono Portogallo (130,1%), Cipro (107,1%) e Belgio 105,7%). 


La Grecia centra l’avanzo di bilancio

Sette paesi della zona euro hanno registrato un avanzo di bilancio: il Lussemburgo (1,6%), Malta (1,1%), Germania, (0,8%), Grecia e Cipro (0,5%), Olanda (0,4%) e Lituania (0,3%). La Lettonia ha registrato un pareggio di bilancio, mentre i deficit piu’ bassi si sono avuti in Estonia (0,3%) e Irlanda (0,9%). Nell’Ue a 28, Svezia e Repubblica Ceca hanno registrato un avanzo di bilancio (rispettivamente 1,1% e 0,7%), mentre la Bulgaria ha avuto un bilancio in equilibrio. Nella zona euro la spesa pubblica complessiva è stata del 47,6% del Pil, mentre le entrate si sono attestate 46,1%. In Italia la spesa pubblica è stata del 49,4% con le entrate al 46,9%.