calano-le-pensioni-private-ma-cresce-la-spesa

Calano le pensioni private, ma cresce la spesa

A gennaio 2018 la spesa complessiva Inps raggiunge i 200,5 miliardi di euro, con un incremento dell’1,57% sul 2017. Pesa il boom delle pensioni anticipate

Una battaglia senza fine. A giudicare dai dati dell’Osservatorio Inps sulle pensioni, gli sforzi per contrastare l’aumento della spesa previdenziale non sembrano mai abbastanza. Al primo gennaio 2018, le pensioni erogate per il settore privato sono 17.886.623, con un calo di circa 143.000 rispetto a gennaio 2017. Il decremento del numero delle erogazioni non impatta positivamente sulla spesa complessiva annua che, per 13 mensilità, è pari a 200,5 miliardi di euro, con un incremento dell’1,57% rispetto allo stesso periodo del 2017. 


Pensioni anticipate: +25% in un anno
A spiegare in parte l’aumento della spesa pensionistica nel 2017, c’è il notevole incremento annuo delle pensioni dei lavoratori privati usciti dal lavoro con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne). Per l’Inps sono state 160.142 con una crescita del 25,35% rispetto al 2016, quando furono 127.746. Complessivamente si tratta di una cifra considerevole, pari al 53,6% delle 296.506 pensioni di vecchiaia, anticipate e prepensionamenti. L’età di vecchiaia per le pensioni 2017 era stabilita a 66 anni e sette mesi per gli uomini, un anno in più rispetto alle donne dipendenti private, mentre l’età di pensione per le lavoratrici autonome era 66 anni e un mese.

Nuove pensioni: 1,1 milioni, metà assistenziali
Nel 2017 sono state liquidate 1.112.163 nuove pensioni, di cui il 49,7% è stato di natura assistenziale. Tradotto in cifre, significa il 5,4% della spesa complessiva, ossia 10,8 miliardi di euro, sul totale di 200,5 miliardi. Tra le nuove prestazioni previdenziali liquidate nel 2017, il 53% è composto da pensioni di vecchiaia, il 10,1% di invalidità e il 36,9% ai superstiti. Nell’ambito delle pensioni di tipo assistenziale erogate nel 2017, invece, la quasi totalità (91,7%) è composta dalle prestazioni di invalidità civile, mentre il resto da assegni sociali.

Oltre 11 milioni di erogazioni sotto i 750 euro
L’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.165,18 euro, con il valore più elevato al Nord (1.247,46 euro), ed erogazioni più più alte per gli uomini rispetto alle donne. Il 62,2% delle pensioni, infine, ha un importo inferiore a 750 euro. Questa percentuale, per le donne raggiunge il 75,5%. Tuttavia, sottolinea l’Inps, questo dato è solo una “misura indicativa” della povertà, perché molti pensionati percepiscono più prestazioni Inps e altri redditi. A confermare questa prudenza, l’Istituto ricorda che su 11.117.947 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 44,3% (4.930.423) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, come integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.