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Non solo benefit

Vicinanza al dipendente e supporto nelle situazioni di fragilità familiare: Eudaimon presenta AlTuoFianco, una soluzione che esula dalle tradizionali prestazioni di welfare aziendale per fornire sostegno diretto ai dipendenti

I ticket restaurant, certo. Poi magari piani di previdenza integrativa e assistenza sanitaria. Eppure il welfare aziendale è anche altro. E può persino travalicare i confini naturali del perimetro aziendale, per diventare una presenza stabile nella vita di tutti i giorni dei lavoratori. È il caso di AlTuoFianco, soluzione di welfare aziendale realizzata da Eudaimon in partnership con il progetto Rete ComeTe.
Il servizio, come spiega una nota della società, offrirà supporto ai lavoratori nella gestione di situazioni caratterizzate da elevata fragilità familiare: necessità socio-assistenziali personali e familiari, bisogni educativi dei propri figli, disorientamento nella gestione di situazioni legate al quotidiano.
Il servizio accompagnerà il lavoratore nella conoscenza e nello studio dei propri bisogni, incrociandoli con le possibili soluzioni che arrivano dal territorio e dalla rete di prossimità. A guidare il lavoratore ci sarà un tutor, definito care manager: non un consulente, ma un professionista nella gestione dei servizi socio-assistenziali che ha acquisito competenze e conoscenze nel territorio di riferimento. Dopo un primo incontro propedeutico all’analisi delle necessità, il tutor provvederà a co-progettare un servizio su misura che corrisponda al bisogno, alle caratteristiche e agli orari richiesti. Il tutto con un’attenzione al mondo del terzo settore che si concretizzerà nel dialogo con Rete ComeTe.
“Il servizio è sviluppato attraverso la partnership con Rete ComeTe, diffusa su tutto il territorio direttamente o grazie a percorsi di collaborazione con altri consorzi e reti di cooperative”, ha spiegato Alberto Perfumo, amministratore delegato di Eudaimon. “In questo modo – ha aggiunto – Eudaimon propone un modello di welfare aziendale basato su una logica di restituzione al territorio, che genera un circolo virtuoso per le risorse e gli attori che entrano nel sistema di welfare stesso”. Gli fa eco Alessandro Micich, direttore di Rete ComeTe, che evidenzia come “la cooperazione sociale si candida a essere anello di congiunzione tra il welfare territoriale, espressione dei servizi pubblici locali in cui opera in regime di convenzione-accreditamento, e la ricerca di soluzioni professionali e qualificate nell’ambito del mercato privato mediante il sostegno ed il contributo delle imprese”.
Particolare attenzione sarà dedicata all’altra metà del cielo, ossia a quell’universo femminile che, più ancora della controparte maschile, sente sulla propria pelle il disagio di una situazione familiare fragile. E che, ancora oggi, si trova spesso a dover scegliere fra il lavoro e la cura della famiglia. Il settore pubblico sta infatti mostrando un’estrema lentezza nell’adeguarsi alle nuove necessità dei nuclei familiari: alla cura dei figli si è ormai associata il sostegno a familiari che diventano sempre più vecchi e sempre più bisognosi di assistenza. Oneri che ricadono spesso sulle spalle delle sole donne, strette in un incastro di ruoli che le fa essere allo stesso tempo moglie, madre e figlia.