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Non solo buste paga

Norme e funzionamento del welfare aziendale, a partire dagli incentivi fiscali introdotti in materia con la legge di Stabilità 2017

Il mercato del lavoro sta cambiando. E così pure le tradizionali forme di retribuzione destinate ai dipendenti. La semplice busta paga non basta più. Aspettare il 27 del mese, come insegnano i proverbi della tradizione, si scontra oggi con nuove esigenze e nuove necessità, che tutti, compresi i datori di lavoro, sono chiamati a soddisfare. Il cambiamento è ormai sotto gli occhi di tutti. E anche il legislatore, con la legge di Stabilità 2017, ha voluto venire incontro alle novità del momento, valorizzando strumenti e funzioni del welfare aziendale.

Argomento di sempre più stretta attualità, il welfare aziendale può essere definito come l’insieme di iniziative volte a migliorare il benessere del dipendente e della sua famiglia: non più solo buste paga, ma prestazioni monetarie o in natura che possano fornire servizi utili al lavoratore. Il campo, com’è facile intuire, è vastissimo. Istruzione, previdenza, assistenza, voucher per beni e servizi: qualsiasi forma di benefit non strettamente legata alla retribuzione può essere assimilata al welfare aziendale. In un contesto di progressivo arretramento del sistema pubblico di prestazioni sociali, non stupisce che il fenomeno stia vivendo una vivace fase di crescita e sviluppo.

La legge di Stabilità 2017 si inserisce in un solco già tracciato dal legislatore, andando a potenziare gli strumenti introdotti in materia dalla precedente legge di Bilancio. La norma recupera quindi il regime di tassazione agevolata sui premi di produttività, e ne allarga gli ambiti di intervento. L’imposta sostitutiva del 10% sul valore dei premi, valida in precedenza fino a un tetto massimo di 2.000 euro lordi, viene ora estesa a importi non superiori a 3.000 euro. Soglia che si alza ulteriormente a 4.000 euro lordi nel caso in cui il contratto di lavoro, attraverso strutture permanenti, preveda un coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell’organizzazione del lavoro.


Vera novità della legge di Stabilità 2017 è, tuttavia, l’introduzione di un regime di tassazione agevolata sui premi di risultato convertiti in contributi a forme pensionistiche complementari, contributi per assistenza sanitaria e azioni distribuite per i dipendenti. In questo caso, le somme non sono soggette all’imposta sostitutiva del 10% e, anche se superano i limiti di deducibilità (5.164,65 euro per i contributi previdenziali e 2.065,83 euro per le azioni), non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente: in pratica, le somme così convertite godono di un regime di sostanziale detassazione.

Infine, la norma allarga la platea dei potenziali beneficiari. La soglia di reddito entro cui è possibile godere del regime fiscale agevolato, precedentemente fissata 50.000 euro lordi, viene ora innalzata a 80.000 euro. L’obiettivo è chiaro: estendere i benefici fiscali anche ai dipendenti quadro delle aziende, favorendo così una più ampia diffusione degli strumenti di welfare aziendale.