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Donne senza conto corrente: in Italia sono il 21%

E il 9% non ha accesso neanche a un conto familiare. I dati emergono da una ricerca Episteme-Museo del risparmio di Torino

Il 21% delle donne non ha un accesso a un conto corrente, e il 9% non ha neanche un conto corrente di tipo familiare. Sono le clamorose evidenze emerse grazie a un sondaggio realizzato da Episteme e commissionato dal Museo del risparmio di Torino. Obiettivo dell’indagine quello di far luce sul grado di consapevolezza e padronanza della popolazione italiana femminile nella gestione del denaro. 

La foto scattata dalla ricerca mostra che il 50% delle donne dichiara un reddito inferiore al partner, il 41,2% delle donne sostiene di gestire il bilancio familiare, ma in realtà gestisce le spese quotidiane, mentre le spese straordinarie e gli investimenti sono appannaggio degli uomini. E, per tornare a quel 9% di donne che non ha alcun conto corrente di tipo familiare, “ciò significa che non hanno un bancomat o una carta di credito, e quindi dipendono interamente dal proprio partner o dai propri genitori nella gestione del denaro”, ha spiegato, nel corso della presentazione della ricerca, Giovanna Paladino, direttrice del Museo del risparmio. 


Dall’educazione economica alla crescita

L’indagine è stata svolta attraverso 1.030 interviste con metodologia Cawi su un campione rappresentativo della popolazione italiana compresa tra i 18 e 64 anni. Per inquadrare lo specifico dell’universo femminile (752) il questionario è stato somministrato anche a un campione di controllo rappresentativo dell’analogo universo maschile (271).
Daniela Del Boca, docente di economia all’Università di Torino e responsabile del network di ricerca Child del Collegio Carlo Alberto del capoluogo piemontese, ha definito “scioccanti” i dati emersi, perché “fanno vedere una realtà molto radicale, in cui solo gli uomini si occupano del risparmio e degli investimenti, mentre le donne hanno una posizione più laterale. Sono dati coerenti con l’attuale situazione italiana in cui le donne che lavorano sono il 45%. Quando lavorano spesso hanno salari inferiori agli uomini e poche donne scelgono campi di studio che hanno familiarità con i termini dell’economia e della finanza”. 

Secondo l’ex ministra al Welfare, Elsa Fornero, se è vero che “le donne devono colmare un gap nell’alfabetizzazione economica e finanziaria”, è altrettanto vero che “riuscire a coinvolgerle in iniziative di formazione è molto difficile”. La conferma arriva anche dalla ricerca Episteme, secondo cui oltre il 34% delle donne non è interessata a programmi di formazione su questi temi. “L’educazione economica deve diventare un elemento di cittadinanza, perché senza risparmio non può esserci crescita” ha evidenziato Fornero.