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Confindustria: verso una sanità pubblico-privata

Per Vicenzo Boccia, la strada dell’integrazione significa meno costi e maggior attenzione alla persona

Vincenzo Boccia si dice convinto: il futuro del sistema sanitario passa da una maggior collaborazione fra pubblico e privato. “Bisogna valorizzare l’integrazione tra sanità pubblica e complementare per garantire stabilità e sostenibilità al sistema salute”, ha commentato il numero uno di Confindustria in occasione del 40° anniversario del Fasi, il fondo di assistenza integrativa dei dirigenti italiani. “La sanità – ha aggiunto – deve diventare un grande investimento per il Paese, perché significa prevenzione, minori costi sul futuro e un'attenzione a un'idea di una società che abbia al centro la persona”.
Gli effetti, a detta di Boccia, sarebbero immediatamente evidenti: prendendo in considerazione soltanto tre prestazioni ortopediche, il risparmio per il Sistema sanitario nazionale ammonterebbe a 41,3 milioni di euro. La positiva esperienza del Fasi, in tal senso, può rivelarsi “un punto di partenza per allargare la platea e costruire questo meccanismo di collaborazione pubblico-privato con cui costruire un welfare all'altezza di un grande Paese quale è l'Italia". Solo così, ha aggiunto, sarà possibile “accrescere l’efficienza della spesa sanitaria privata, che oggi ammonta a circa 40 miliardi di euro".


La mente corre adesso all’assise del 16 febbraio, occasione in cui Confindustria presenterà una proposta per il welfare sostenibile. Si tratterà, ha spiegato Boccia, di “un piano di medio termine, che dia visione del futuro del Paese, unendo la crescita con la riduzione del debito pubblico”. La sanità pubblica, ha concluso il presidente di Confindustria, resta una delle importanti conquiste sociali del Paese, ma oggi “il finanziamento pubblico del comparto fatica a tenere il passo della crescita di domanda di salute”. E, in questo contesto, una mano dal pilastro privato può sempre far comodo.