quota-100-anche-l-ocse-chiede-lo-stop

Quota 100, anche l’Ocse chiede lo stop

Nel mirino finiscono anche opzione donna e pensioni di reversibilità: solo così, secondo l’ultimo rapporto dell’organizzazione, sarà possibile contenere la spesa pensionistica e ridurre il peso del debito pubblico

L’esperimento pensionistico di quota 100 si avvia alla sua naturale conclusione: la misura scadrà alla fine dell’anno e almeno per il momento, salvo clamorose sorprese dell’ultimo secondo, non sembrano esserci spazi politici per il rinnovo del provvedimento. Il progetto di riforma previdenziale, fortemente voluto dalla Lega di Matteo Salvini, finisce così in soffitta. Non prima, però, di aver incassato l’ennesima bocciatura. Sì, perché sono stati in tanti, negli anni in cui la misura è stata in vigore, a criticare l’assetto e gli effetti a lungo termine del provvedimento. A giugno era stata la Corte dei Conti, adesso è l’Ocse. Che, nel suo ultimo Economic Survey of Italy, sostiene lo stop all’esperimento di quota 100 per contenere la spesa pensionistica, ridurre il peso del debito pubblico e supportare così la ripresa dopo l’emergenza coronavirus.
La posizione dell’Ocse è chiara. Secondo l’organizzazione internazionale, come si legge (senza mezzi termini) nel rapporto, è “opportuno lasciar cadere quota 100 nel dicembre 2021”.


Le critiche dell'Ocse

La riflessione dell’Ocse parte da lontano, da quel “compendio di riforme pensionistiche ad ampio spettro” che dieci anni fa, a partire dal 2011, sono state varate con l’obiettivo dichiarato di contribuire a “contenere l’impatto delle pressioni innescate dalla spesa legata all’invecchiamento demografico”. Il risultato non è stato tuttavia all’altezza delle aspettative: la pressione demografica non è stata alleggerita e in questo contesto, secondo il rapporto, “gli esborsi legati all’invecchiamento della popolazione continueranno ad aumentare nei prossimi 25 anni”. Nel dettaglio, “la spesa pensionistica diminuirà a partire dal 2045, per scendere a livelli inferiori a quelli del 2019 entro il 2070”.
La ricerca si sofferma dunque sull’impatto di quota 100 e, in particolare, sugli effetti che la decorrelazione fra età pensionabile e speranza di vita potrà avere sui conti pubblici. “Se quota 100 fosse adottata su base permanente, la spesa pensionistica registrerebbe un aumento cumulativo pari a 11 percentuali del Pil tra il 2020 e il 2045”, si legge nel rapporto. Insomma, secondo l’Ocse, la misura non è sostenibile e non deve essere rinnovata. L’organizzazione si spinge poi ancora più là, arrivando ad auspicare anche uno stop delle pensioni di reversibilità e della cosiddetta opzione donna. “Per contenere ulteriormente i costi, le pensioni di reversibilità permanenti - pari al 2,4% del Pil rispetto alla media Ocse (1%) - non dovrebbero essere rese disponibili alle fasce fortemente al di sotto dell’età pensionabile”, scrivono i curatori del rapporto. “La cosiddetta opzione donna – prosegue la ricerca – che dà diritto al pensionamento anticipato con un trattamento calcolato su base contributiva fino al dicembre 2021, non andrebbe rinnovata, poiché amplifica i rischi di povertà in età avanzata”.


La posizione del Governo

Quota 100 era stata introdotta nel 2019 per consentire di andare in pensione con cinque anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla precedente legge Fornero, garantendo una finestra di pensionamento a chiunque avesse maturato 62 anni di età e 38 anni di contributi (62 + 38 = 100, da qui il nome quota 100). La misura era stata varata con grandi aspettative: le previsioni dell’epoca parlavano di una platea di circa 400-500 potenziali beneficiari e di uno stanziamento di oltre 20 miliardi di euro. Alla fine i numeri si sono rivelati più bassi delle stime: secondo l’ultimo aggiornamento dell’Inps, le domande accolte sono state poco più di 340mila e hanno richiesto una spesa di 11,6 miliardi di euro.
L’esperienza di quota 100 pare dunque destinata a finire qui. E già è partito il dibattito per una nuova (ennesima) riforma previdenziale. La posizione del Governo è chiara. “Quota 100 scadrà”, ha sentenziato il ministro dell’Economia Daniele Franco durante la presentazione del rapporto dell’Ocse. “Sono fiducioso – ha proseguito – che l'esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di Bilancio”.