fringe-benefit-raddoppiata-la-soglia-di-esenzione-fiscale

Fringe benefit, raddoppiata la soglia di esenzione fiscale

Il decreto Sostegni innalza per tutto il 2021 a 516,46 euro il limite per la detassazione delle prestazioni in natura offerte ai dipendenti a integrazione della normale busta paga

La soglia di esenzione fiscale per i cosiddetti fringe benefit sarà innalzata a 516,46 euro per tutto il 2021. La novità è arrivata con l'approvazione in Parlamento del decreto legge n. 41/2021, il cosiddetto decreto Sostegni: la disposizione, inserita all'articolo 6-quinquies del maxi-emendamento passato al Senato, prevede nel dettaglio l'estensione a tutto l'anno in corso del peculiare regime di esenzione fiscale che era stato introdotto con il precedente decreto Agosto e che era stato inizialmente limitato al solo 2020. Il limite per la detassazione dei fringe benefit è solitamente fissato a 258,23 euro all'anno.
La norma era molto attesa dagli operatori di mercato. La disposizione era entrata anche nella discussione per l'ultima legge di Stabilità, ma era stata alla fine eliminata. Lo stralcio aveva suscitato le vibranti critiche di Aiwa, l'associazione italiana di welfare aziendale, la quale aveva definito “abbastanza stupefacente” il fatto che, accanto a quelle che la sigla era arrivata a definire “mancette”, non avesse trovato spazio una disposizione dal costo assai contenuto (meno di 20 milioni di euro) e che, secondo alcune stime, poteva avere ripercussioni molto positive per il tessuto economico generale. Uno studio di The European House – Ambrosetti, per esempio, aveva stimato che la disposizione avrebbe potuto attivare a regime consumi aggiuntivi per 2,5 miliardi di euro e generare 550 milioni di euro per le casse dello Stato.
La novità del decreto Sostegni, come facilmente intuibile, è stata ben accolta dagli operatori di mercato. Assufficio ha plaudito alla decisione del Governo e osservato che la disposizione potrà consentire di far ripartire un settore, quello appunto dell'arredo da ufficio, che è stata particolarmente colpita dalla pandemia di coronavirus e dal ricorso allo smart working. “L’entità dell’importo non consentirà grandi spese, ma è sufficiente all’acquisto di una seduta ergonomica, l’elemento più importante per chi lavora da casa, assieme a una piccola scrivania regolabile in altezza”, ha commentato Gianfranco Marinelli, presidente di Assoufficio, il quale aveva inoltre spinto per portare a mille euro la soglia di esenzione fiscale. Soddisfazione anche da parte di Aiwa che, per bocca del suo presidente Emmanuele Massagli, ha ricordato che “la norma ha innescato maggiori consumi, tutti alla luce del sole, pagati col voucher. Durante la pandemia – ha proseguito Massagli – questi benefit sono stati usati per i tablet dei figli impegnati nella Dad, i dispositivi di protezione e anche sedute ergonomiche, beni solitamente estranei al welfare”.
L'etichetta fringe benefit racchiude in sé tutte quelle prestazioni in natura che possono essere offerte al dipendente a integrazione della normale busta paga: l'esempio classico, tanto per capirsi, è quello dei buoni pasto. Lo scorso anno, secondo il consueto osservatorio Edenred Italia, la categoria dei fringe benefit ha registrato un vero e proprio boom: fra 2019 e 2020, stando ai numeri della ricerca, la quota di mercato di mercato di questo genere di prestazioni è infatti passata dal 18% al 30%, confermando la bontà dei fringe benefit come strumento di integrazione delle entrate, soprattutto in un momento di crisi come quello innescato dalla pandemia.
Un recente studio di The European House – Ambrosetti ha calcolato che, con l'approvazione della norma, si potrebbero mettere in moto 1,6 miliardi di euro di consumi, con un incremento complessivo di 794 milioni di euro (251,5 euro pro capite). Se il plafond venisse innalzato a mille euro, come richiesto da Assufficio, i consumi potrebbero arrivare a 1,88 miliardi di euro.