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Verso un piano di ripartenza al femminile

In vista del Next Generation EU per il rilancio del lavoro e dell’economia, è necessario costruire un sistema che veda le donne come un valore strutturale. Dall’imprenditoria alla formazione nelle materie scientifiche, i fondi europei dovranno essere investiti in progetti che valorizzino il loro contributo e la loro emancipazione

Il Parlamento Europeo e la Rappresentanza della Commissione europea hanno organizzato, in collaborazione con Radio Rai 1, il webinar "Next Generation EU: le politiche per la parità di genere e iniziativa 'No Women No Panel - Senza donne non se ne parla'" per promuovere una presenza equilibrata dei generi in tutte le discussioni pubbliche e nei piani di rilancio delle economie dei Paesi. 
Al centro del dibattito le politiche sulla Parità di Genere e le misure per favorire l’occupazione femminile previste all’interno del Next Generation EU. Perché non si ragioni più solo in termini astratti di parità, ma si cominci a costruire un sistema politico, sociale ed economico che veda questo elemento come un valore strutturale. Dall'imprenditoria femminile alla formazione nelle materie scientifiche, i fondi europei del Next Generation EU dovranno essere investiti in progetti che valorizzino le donne e la loro emancipazione. 

Scardinare gli stereotipi sulle donne

Il direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo, Carlo Corazza ricorda l’impegno del Parlamento Europeo nelle battaglie sulla Parità di Genere. I numeri da cui bisogna partire sono allarmanti: 640 milioni in meno di donne occupate a livello globale, con grosse differenze di salario e una fragilità contrattuale.
L’emarginazione economica delle donne si scontra ogni giorno con “stereotipi culturali che appartengo non solo ai Paesi in via di sviluppo ma anche all’occidente. Secondo alcuni studi, il 74% di uomini e donne è d’accordo con il fatto che la donna debba sacrificare la propria carriera per avere una piena vita familiare. Mentre il 38% per cento degli intervistati reputa che ci sia una differenza tra il cervello dell’uomo e il cervello delle donne, meno adatto alle materie scientifiche”, spiega Corazza.

Le donne, inoltre, hanno pagato il prezzo più alto in questa pandemia. “Se ci fosse la piena parità di genere, continua Corazza, potremmo creare da qui al 2025 circa 240 milioni posti di lavoro in più, e un Pil combinato pari a quello del Giappone e della Germania”.
L’obiettivo del post-Covid che “Il piano della ripartenza europeo sia al femminile. Così come quello italiano”, conclude Corazza.

È urgente un cambio di mentalità e di strategia

 
 “La parità di genere non si concede ma si costruisce” ha dichiarato la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti nel suo intervento. Ecco quindi che diventano urgenti una serie di obiettivi specifici relativi al welfare, alla fiscalità e all’occupazione femminile con una strategia di genere assunta come indice di valutazione di tutte le politiche. “Sarebbe un vero passaggio di civiltà”, continua Bonetti che sottolinea come “la parità di genere deve essere scelta come elemento strutturale per esercitare la democrazia”.

Next Generation EU e gli investimenti sulle donne


Quanto al Next Generation EU, la ministra Bonetti ha sottolineato che il premier italiano, Mario Draghi, ha assunto come priorità della propria azione di governo la parità di genere in quanto considerata un investimento e non un atto di giustizia sociale. “Investire nelle donne significa promuovere lavoro, benessere e ovviamente equità sociale” ha aggiunto Bonetti. Ci sarà perciò un Piano in cui verrà esplicitato, in maniera matematica e scientifica, "punto per punto gli obiettivi che dovranno essere raggiunti. Come il lavoro femminile nel sud Italia, il settore infanzia e digitale, azioni di fiscalità agevolata e misure per incentivare l’imprenditoria femminile".

Riforme e strumenti finanziari destinati alle imprenditrici


Anche la presidente della Commissione per i Diritti delle Donne e l’Uguaglianza di Genere del Parlamento europeo Evelyn Regner è dello stesso avviso. “Come membro della Commissione Finanza dico anche che le donne devono essere presenti soprattutto nelle riforme finanziare. Le donne sono state più penalizzate dalla pandemia. Per questo motivo InvestEU è uno strumento chiave, che ci spiega come le donne debbano avere lo spazio che meritano nell’ambito della ricerca, delle infrastrutture e in altri settori fondamentali”.
È questo il motivo per cui la figura dell’imprenditrice dovrebbe essere vista anche come un volano di capitali, capace di far tornare l’economia a crescere. “Abbiamo bisogno di donne che investano. Si pensa che le donne abbiamo meno propensione a diventare imprenditrici, e per tale motivo vengono spesso ghettizzate se tentano questa carriera. È un’ingiustizia”, racconta Regner.
Per le donne ancora oggi ci sono poche opportunità di inserirsi nel settore della finanza e dell’imprenditoria, ma “l’Unione Europea a tal proposito ha sviluppato dei programmi di investimenti per la qualificazione: prioritari per la creazione di posti di lavoro per le imprenditrici, per renderle autonome e capaci di ricoprire posti di vertice”, conclude la presidente.


Le donne devono poter ispirare le nuove generazioni


La stessa commissaria europea per l’Innovazione, Ricerca, Cultura, Istruzione e Giovani Mariya Gabriel ha dimostrato che la Parità di Genere si conquista ad esempio se si parte dalle azioni concrete: “Ho deciso di lanciare la campagna europea “No Women No Panel” con cui mi impegno a partecipare solo a eventi pubblici in cui le donne siano equamente rappresentate. E quando spiego agli organizzatori perché sto declinando un invito, nel giro di poche ore ricevo un nuovo programma con molte più donne tra gli esperti”. Si tratta di un’azione semplice, ma immediata, che permette alle donne di diventare finalmente visibili. Anche le donne devono avere la possibilità di ispirare le nuove generazioni diventando punti riferimento nel loro campo.

Parità di Genere: cosa c’è nel Recovery Plan italiano?

Nel Recovery Plan italiano, inviato a Bruxelles dal precedente governo a gennaio, c'è un elemento incoraggiante: nei titoli dei vari capitoli c'è la questione della parità di genere. “Ora bisogna passare dai titoli, che sono molto buoni, ai progetti, che in Italia sono anche quelli per sostenere l'occupazione femminile e penso che il MEF, che ha avuto l'incarico da poco, senz'altro lavorerà per la qualità dei piani e mi auguro si faccia in tempi piuttosto stretti", ha detto il commissario UE all'Economia Paolo Gentiloni, intervenendo al webinar.
A livello europeo, c'è stato nel corso dei mesi scorsi un dibattito a proposito della definizione di una soglia garantita di investimenti – come ad esempio quella valida per gli investimenti nel digitale al 20% e nel green al 37% – che ha visto il Parlamento Europeo proporre di portare da 2 a 6 i temi su cui introdurre somme vincolanti (tra questi anche donne, giovani, stato di diritto). D'altra parte, però, quest'idea si è scontrata con un chiaro 'no' dal Consiglio, finalizzato ad evitare che i Piani seguissero uno schema eccessivamente predeterminato. 
Questo però non vuol dire che parità di genere non sarà un valore vincolante. Il commissario UE all'Economia, infatti, ha fugato i dubbi circa la poca attenzione ai temi della parità di genere. "Nel regolamento a cui siamo legati nel Next Generation EU abbiamo chiarissimo il compito di verificare che ci siano investimenti rilevanti per affrontare il tema della parità di genere, e dove ci siano raccomandazioni UE particolari verso i singoli Paesi, che si rispettino queste raccomandazioni", ha detto Gentiloni.
E ha assicurato che i servizi della Commissione faranno un attento lavoro di scrutinio dei PNRR per verificare che ci siano progetti sulla parità, che saranno un "elemento vincolante" per i Paesi. "Noi questo lavoro lo faremo, posso assicurare che sarà fatto, ma è un'operazione che si fa in due, devono farlo i governi nelle loro proposte", ha concluso.