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La Cittadella per la trasformazione creativa dei conflitti

Liliana Segre passa il testimone all’Associazione che forma i futuri leader capaci di costruire la pace nel mondo. A illustrare come costruire la convivenza pacifica superando i sentimenti ostili è Franco Vaccari, presidente di Rondine

Liliana Segre ha scelto Rondine per dire addio al suo impegno nelle scuole al compimento dei 90 anni. La senatrice a vita, dopo oltre 30 anni di ininterrotta testimonianza, soprattutto ai giovani italiani, degli orrori vissuti nel campo di sterminio di Auschwitz, consegnerà per l'ultima volta agli studenti della Cittadella della Pace il suo testimone, durante un evento che raccoglierà giovani dall’Italia e dal mondo. Sostenitrice fin dal suo nascere di Rondine e del suo metodo innovativo di trasformazione creativa dei conflitti, Liliana Segre è una testimonial speciale della Cittadella della Pace che ha affiancato in numerosi progetti e incontri.
Il fondatore e presidente di Rondine, Franco Vaccari, suo amico da oltre venticinque anni, l'ha voluta al cuore dell'esperienza educativo-formativa perché nel piccolo borgo aretino i giovani italiani e internazionali imparano quotidianamente la convivenza pacifica riscoprendo la persona nel proprio “nemico”, trasformando i sentimenti ostili e di odio, esattamente come Liliana Segre scelse di fare, il giorno della sua liberazione, al termine della cosiddetta “marcia della morte”, rinunciando a farsi giustizia e a uccidere il proprio aguzzino.
“Ho degli amici speciali da una ventina d'anni che stanno in un posto che si chiama Rondine, un gruppo di persone che nel piccolo paesino ha realizzato uno studentato per amici-nemici. Qui convivono serbi e croati, israeliani e palestinesi, tutsi e hutu, ragazzi provenienti da territori in conflitto” ha raccontato la senatrice Segre, annunciando di voler concludere la sua esperienza di testimonianza alle scuole proprio “in questo luogo meraviglioso in cui si parla di pace, espressione di quello che spero nella mia vita di poter vedere”. Con queste parole ha mostrato il suo pubblico sostegno e riconoscimento per il lavoro dell’organizzazione impegnata nella costruzione della pace che ha estimatori in tutto il mondo.

Un luogo di rigenerazione per l’uomo
Rondine Cittadella della Pace è un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. L’obiettivo è contribuire a un pianeta privo di scontri armati, in cui ogni persona abbia gli strumenti per gestire creativamente i conflitti, in modo positivo.
Rondine nasce in un borgo medievale toscano a pochi chilometri da Arezzo: qui si strutturano i principali progetti per l’educazione e la formazione. Un luogo di rigenerazione dell’uomo, perché diventi leader di se stesso e della propria comunità nella ricerca del bene comune. Il progetto che dà origine e ispirazione a Rondine è lo Studentato Internazionale – World House, che accoglie giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti e li aiuta a scoprire la persona nel proprio nemico, attraverso il lavoro difficile e sorprendente della convivenza quotidiana.

Un’esperienza di dialogo e convivenza pacifica
L’Associazione nasce, attorno ad un’idea forte e originale: far convivere, in un luogo e in un contesto neutrali, ragazzi che aspirano a diventare i leader di domani provenienti da paesi in conflitto e che nelle loro terre sarebbero potenziali nemici per un tempo sufficientemente lungo, circa 2 anni. Questa convivenza “forzata”, ma volontaria, ha dimostrato che i contrasti e le reciproche diffidenze tendono a dissolversi, se isolate dal contesto in cui si sviluppano e che il dialogo è di fatto possibile.
 “I giovani che vivono a Rondine nella Cittadella della Pace provengono da zone difficili del mondo, zone che vivono realtà di conflitti in atto o post-belliche, zone dove c’è bisogno di ricostruzione e cooperazione. Da noi seguono un percorso di studi e di esperienza di pace e dialogo, di conoscenza e di riconoscimento dell’altro. Eppure, spesso, sono provenienti proprio da etnie o popoli contrapposti in guerra, come bosniaci e serbi o palestinesi e israeliani” spiega Vaccari.
Nel piccolo borgo toscano che ospita La cittadella della pace i giovani arrivano dopo aver risposto ad un bando ed essere stati selezionati dall’Associazione. Una volta giunti in Italia proseguono i propri studi universitari (da quest’anno possono far domanda anche ragazzi del quadro anno scuole secondarie di secondo grado), seguono training in mediazione dei conflitti, si iscrivono a un master in diplomazia internazionale o argomenti affini. “Soprattutto, però, o meglio prima di tutto – specifica Vaccari - vivono insieme. Parlano lingue diverse, sorridono delle reciproche differenze. Imparano a gestire emozioni e ricordi traumatici di guerra. Scoprono che siamo appartenenti a un’unica grande famiglia umana.”

Conoscere il mondo per cooperare
“A Rondine i giovani leader del futuro imparano che non c’è nessuno come il proprio nemico che può conoscere il loro dolore. E nessuno come il loro nemico che può desiderare la pace come loro. E in questo conflitto “trasformato” in positivo, l’altro, il nemico, diventa un essere umano con cui costruire ponti, relazioni, nuove economie, nuove democrazie, pace” evidenzia Vaccari.
Gli studenti, una volta terminato il loro percorso di studi, tornano nel loro paese di origine e diventano così portatori di un messaggio di dialogo creativo che parte dall’ascolto.
 “Il nostro mondo va veloce, cambia velocemente – continua Vaccari. - Non possiamo rimanere fermi sulle posizioni ma dobbiamo agire per influire positivamente per il cambiamento. E per fare questo abbiamo bisogno di conoscere e riconoscere la complessità del mondo e delle diverse posizioni. Con il metodo Rondine insegniamo a trasformare la conflittualità in energia positiva per migliorare il mondo in cui viviamo”.
Il Metodo Rondine si pone con un approccio innovativo alle tematiche prioritarie del nostro tempo e come fonte di ispirazione per l’elaborazione di percorsi formativi specifici ad ogni contesto socio-culturale e ad ogni fascia d’età. “Vent’anni fa – spiega Vaccari - quando iniziammo ci dissero che quello che volevamo era un’utopia: formare uomini capaci di costruire la pace. Oggi abbiamo dimostrato che si può fare: è possibile agire sulla conflittualità attivando la creatività per rendere concreto un futuro di pace. In meno di due decenni il metodo Rondine ha avuto moltissimi successi e oggi viene studiato da importanti università”.
Dalla Cittadella della Pace sono usciti ragazzi che oggi sono leader nel proprio paese, come ad esempio la giovane che è tra gli ispiratori della Rivoluzione di Velluto in Armenia. Maria Karapetyan ha soli 30 anni ed è responsabile dello sviluppo di Imagine Center for Conflict Transformation, organizzazione indipendente e apolitica nata nel 2007 per la trasformazione positiva delle relazioni e la creazione di fondamenti per una pace durevole e sostenibile nelle società che hanno superato i conflitti. Oggi è entrata in Parlamento ed è riconosciuta a livello internazionale. “Ma lei non è l’unica. Sono molti infatti i giovani – prosegue Vaccari - che tornati nel loro paese d’origine stanno contribuendo attivamente nei loro Governi, ai tavoli negoziali di pace o nelle organizzazioni umanitarie. Così come li troviamo impegnati in progetti per il turismo sostenibile o contro il razzismo”.

Il ruolo dei social e della tecnologia
A Rondine si insegna ad utilizzare tutti gli strumenti per arrivare a costruire e mantener la pace. Ma prima di tutto si insegna a costruire relazioni reali e solide, per far sì che la tecnologia e i social non prendano il sopravvento per distruggere piuttosto che creare pace.
“La tecnologia se ben utilizzata amplifica e rende durature le relazioni e le connessioni positive - spiega Vaccari -. Non dobbiamo demonizzarla, ma imparare ad utilizzarla nel modo giusto. Non dobbiamo permettere che sostituisca le relazioni tra persone, il dialogo quello vero: le persone si devono incontrare, conoscere, parlare. La tecnologia viene dopo e serve a mantenere solide queste relazioni”.

I risultati dei progetti di pace
Tra le attività di Rondine Cittadella della Pace, di questi anni primi vent’anni di attività troviamo il Progetto Venti di Pace sul Caucaso, nell’ambito del quale vi è stata nel maggio 2009 la Prima conferenza dei Popoli del Caucaso, che ha prodotto un Documento in 14 punti per la Pace nel Caucaso. Questo documento è stato presentato alle autorità di Georgia, Azerbaigian, Armenia e Turchia nel luglio 2010 nel corso di un “viaggio dell’amicizia” che ha avuto un notevole impatto locale.
Più recente è il progetto Initiative for democratic and peaceful elections in Sierra Leone: si tratta del primo, innovativo progetto ad alto impatto politico e sociale promosso da Rondine International Peace Lab – l’associazione dei quasi duecento alumni di Rondine – con l’obiettivo di favorire un processo elettorale pacifico ed informato in occasione delle presidenziali del 2018 in Sierra Leone. “Questo percorso ha portato ad una maggiore consapevolezza del valore dell’impegno politico da parte degli 8 leader di comunità, a un maggior dialogo tra fazioni in conflitto e a un aumento del livello di responsabilità e di fiducia della popolazione sul processo elettorale” illustra Vaccari.

Global Leaders School, una sfida per ridisegnare le relazioni
Recentemente Rondine è stata al centro di un evento promosso non solo dall’Italia, ma anche dalle rappresentanze di altri Stati e agenzie Onu. “Questo dimostra – conclude Vaccari - il riconoscimento del forte potenziale del metodo che propone. Potenziale riconfermato dall’interesse del mondo accademico americano e canadese. Davanti a noi una sfida globale per ridisegnare il futuro delle relazioni fra i governi e della società. Sfida nella quale vogliamo coinvolgere i Paesi, affinché sostengano la campagna Leaders for Peace e partecipino alla creazione della Global Leaders School, perché diventi uno strumento formativo efficace e aperto a giovani di ogni nazionalità che vogliano formarsi come leader nel campo della politica, dell’impresa a della formazione.”