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Alla ricerca di competenze

Secondo un recente sondaggio commissionato da Linkedin presso gli Hr manager italiani, le assunzioni nel 2018 sono cresciute, ma i candidati sono solo parzialmente dotati delle conoscenze richieste dalle imprese, in particolare in ambito digitale

Nel 2018 sono aumentate le assunzioni, in particolare nel settore manifatturiero, i recruiter lamentano però la carenza di competenze digitali soprattutto tra le donne candidate. Sono alcuni dei risultati del Recruiter Sentiment Italia 2019 presentato da Linkedin (e realizzato da Coleman Parkes), che punta a disegnare le tendenze del mercato del lavoro in Italia. La ricerca analizza le risposte fornite da più di 300 responsabili delle risorse umane che operano nei settori automotive, banking & finance, accoglienza, software & IT, manifattura, sanità ed educazione in sei regioni italiane (Lombardia, Lazio, Piemonte, Sicilia, Campania e Toscana).
Il campione intervistato fornisce un’immagine positiva del mercato del lavoro nel 2018, indicando una crescita media complessiva dei posti di lavoro pari al 22%. Per il 50% dei recruiter italiani, le assunzioni nell’ultimo anno sono aumentate, per il 40% sono rimaste stabili, mentre il 10% percepisce un calo complessivo. In termini percentuali, nel 50% che ha notato una crescita dei contratti di lavoro, il 37% la misura tra l’1 e il 10%, mentre il 25% la valuta tra l'11 e il 20%.

L’offerta non copre la domanda
Se il mercato del lavoro riflette lo stato economico di un paese, le risposte fornite dall’analisi risultano interessanti, seppure riferite ad aree geografiche e a settori limitati. Interrogati sui motivi dell’aumento dei tassi di assunzione, il 57% degli intervistati ha fatto riferimento ad una crescita generale del business in Italia, il 48% alla disponibilità sul mercato di candidati con il livello di competenze ricercato, il 39% ritiene si tratti di una risposta alle necessità specifiche dei singoli settori industriali, mentre il 35% pensa all’effetto di una maggiore disponibilità di posti di lavoro che non erano stati precedentemente coperti. In ogni caso, oltre la metà degli intervistati (52%) ritiene che la domanda sia superiore ai posti di lavoro realmente disponibili.
Limitandosi al 10% dei manager Hr che hanno notato un calo del tasso di assunzioni nel 2018, le motivazioni riguardano la carenza di profili disponibili e adeguatamente preparati (40%), il rallentamento della crescita del business di settore (37%), l’assenza di strumenti e processi di selezione adeguati (30%) e, in linea, processi di selezione troppo lunghi e complessi (30%).

Settore manifatturiero, assunzioni in crescita
In effetti, non tutti i settori toccati dalla ricerca mostrano lo stesso “sentiment” positivo in tema di assunzioni, anzi sono i settori qualitativamente più complessi, e quindi alla ricerca di professionalità con più competenze di livello, quelli che hanno riscontrato maggiore difficoltà nell’individuare i giusti candidati, e in particolare il finance & banking, l’IT nell’ambito della produzione di hardware, l’istruzione, il settore media e comunicazione e la sanità. Al contrario, il tasso di assunzioni maggiore è stato registrato dal settore manifatturiero, seguito dal settore tecnologico software, i servizi nell’ambito Tech e il food & beverage.
I livelli professionali sui quali si sono effettuate ricerche nel 2018 riguardano per il 47% le posizioni di stage e apprendistato, poi i profili entry level (46%), gli junior manager (43%) e il middle management (39%).

Competenze digitali e soft skill
Nella ricerca di Linkedin emerge un altro dato caratteristico del mercato del lavoro italiano di questi anni, cioè la carenza delle competenze digitali e personali sempre più richieste dal mondo del lavoro. Secondo i responsabili Hr intervistati, oggi sono da ricercare maggiormente le competenze in ambito tecnologico e di coding, la capacità di gestire in maniera adeguata le funzioni del pacchetto Microsoft Office, le competenze nell’ambito dei social media, il web design e l’analisi dei dati. I settori nei quali le digital skill sono maggiormente richieste sono il finance (93%), l’amministrazione (90%), il settore travel (85%) e la sanità (83%); dal punto di viste geografico, le regioni italiane (tra quelle del campione) in cui più si ricercano candidati con adeguate conoscenze digitali sono la Lombardia (51%), il Lazio (30%) e l’Emilia Romagna (25%). Nell’opinione dei recruiter, inoltre, le digital skill sembrano essere prerogativa prevalentemente maschile, e una carenza più accentuata tra le candidate.
Altro aspetto non meno importante oggi per le imprese riguarda le cosiddette soft skill, cioè le capacità personali di relazionarsi in maniera collaborativa e costruttiva con l’ambiente di lavoro finalizzate al raggiungimento degli obiettivi. Secondo i recruiter intervistati, le competenze che scarseggiano tra i lavoratori italiani sono quelle in ambito tecnologico e di coding (36%), le capacità di problem solving (31%), la creatività (30%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (28%), le competenze nell’ambito del web design (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%), tanto che il 40% ritiene che non vi siano abbastanza candidati con le giuste competenze rispetto ai posti di lavoro disponibili.
Quando poi si arriva alla scelta tra tutti i candidati, le principali barriere che i responsabili Hr italiani incontrano nel costruire un team di lavoro o nell’assunzione di singoli talenti dotati digital skill riguardano l’equilibrio tra l'esperienza richiesta e lo stipendio desiderato dai candidati (49%); lo squilibrio tra la velocità alla quale si muove oggi l’innovazione tecnologica e il reale livello di preparazione dei singoli (43%); l’impossibilità di trovare candidati con le competenze richieste (41%); e infine la difficoltà a formare le persone sulle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro (38%).