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Aumentano i danni ambientali, ma anche le indagini

Tra il 2017 e il 2018, sono stati registrati dall'Ispra 217 casi di procedimenti (giudiziali e non) riguardanti illeciti ed ecoreati: dalla gestione dei rifiuti alle violazioni riguardanti edilizia e paesaggio

Sono 217 i casi di danno ambientale riscontrati in Italia dall’Ispra e dalle Agenzie ambientali tra il 2017 e il 2018, secondo un recente rapporto del ministero dell’Ambiante. Un numero "in costante aumento", fa notare il dicastero, "per effetto delle crescenti indagini giudiziarie e di una più diffusa sensibilità pubblica verso le tematiche ambientali". Ma cosa s’intende concretamente con danno ambientale? La definizione è volutamente piuttosto lasca e comprende "qualsiasi deterioramento, significativo e misurabile, provocato a specie e habitat protetti, a fiumi e laghi o al suolo".

Ma non tutti i danni sono assimilabili e possono essere trattati nello stesso modo. I 217 casi riscontrati sono divisi in due categorie: 184 sono procedimenti giudiziari per reati ambientali, oppure casi d’illeciti per i quali il ministero può richiedere la riparazione del danno; gli altri 33 sono extra giudiziali, cioè procedimenti che s’innescano quando enti pubblici, comitati, associazioni o semplici cittadini richiedono l’intervento del ministero denunciando potenziali danni all’ambiente. 

La maggior parte delle istruttorie aperte per danno ambientale, il 41%, riguarda illeciti nella gestione dei rifiuti, seguono poi violazioni in materia di edilizia e paesaggio, con il 19% del totale. L’8% sono invece ecoreati, cioè le irregolarità perseguite dalla legge 68 del 2015 e riguardano disastro ambientale, inquinamento e omessa bonifica. Un 5% comprende gli scarichi fuori norma; seguono poi gli illeciti relativi alle emissioni in atmosfera e quelli collegati all’Aia (Autorizzazione integrata ambientale). 

Guardando alla distribuzione geografica, si scopre che è la Sicilia la regione dove sono state aperte più istruttorie, ben 38, seguita da Campania e Puglia con 25, Toscana con 18 e Lombardia con 15. Marche e Molise, con un’istruttoria appena, chiudono la classifica.

I dati sono stati resi noti anche grazie al Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), costituito da Ispra e dalle Agenzie regionali, che nel 2017 ha lanciato la Rete operativa per il danno ambientale, la quale elabora in maniera omogenea e su tutto il territorio le fasi istruttorie dei casi di potenziale danno, valutando le azioni per la riparazione e la prevenzione. L’obiettivo, fanno sapere da Ispra, è di permettere, "un’efficace individuazione e attuazione delle misure di riparazione delle risorse naturali e dei servizi ecosistemici danneggiati e delle misure di prevenzione del danno ambientale". 

Secondo l’avvocato Antonio Guariniello, responsabile dell’area accertamento, valutazione e riparazione del danno ambientale di Ispra, restano, tuttavia, da affrontare alcuni importanti temi che completerebbero la definizione delle prassi giuridiche nei reati ambientali: come stabilire i criteri per definire la procedura amministrativa, la copertura assicurativa del danno, i criteri di accertamento e quelli di riparazione.