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Rete 5G tra dubbi e speranze

Secondo una ricerca di Osborne Clarke le aziende italiane e mondiali sono consapevoli delle potenzialità delle connettività di nuova generazione, ma vedono molti freni a una sua piena realizzazione

La rete 5G, quella che potrà aprire definitivamente la strada alle smart city e alle auto a guida autonoma, porterà con sé molte opportunità per le imprese. Il rischio maggiore è non essere in grado di cogliere per tempo le occasioni che si presenteranno e mostrarsi inadeguati rispetto alle competenze necessarie. È in sintesi il risultato che emerge dal report di Osborne ClarkeThe next generation connectivity, realizzato intervistando dirigenti e manager di aziende in undici differenti paesi, i quali si dicono convinti che l’ulteriore accelerazione tecnologica porterà alla creazione di nuovi modelli di business in molti settori. 

La ricerca rileva che l'87% delle aziende a livello globale ritiene che entro il 2023 la maggiore connettività sarà strategicamente importante per la gestione della propria attività. Quasi 7 aziende su 10 (il 69%) ritengono che la connettività di prossima generazione avrà un grandissimo impatto positivo sulla propria capacità di offrire servizi e supporto ai clienti; inoltre, secondo il 67% degli intervistati la maggiore efficienza della rete avrà un impatto positivo sulla gestione della supply chain, e il 64% afferma che verrà migliorata la produttività dei dipendenti. 

Tra quanto ci si può attendere e la realizzazione concreta si rischia però di trovare in mezzo il solito mare, a partire dai differenti livelli di avanzamento dell’innovazione nei singoli paesi, tale squilibrio può rallentare l’adozione di un sistema di comunicazione che è per propria natura l’essenza stessa della globalizzazione. Nel confronto tra paesi, le aziende tedesche e olandesi risultano quelle che potrebbero guidare la corsa globale per abbracciare la connettività di prossima generazione, le imprese italiane si mostrano invece tra le più consapevoli dell’impatto potenzialmente positivo dell’adozione della connettività di prossima generazione, mentre tra Stati Uniti e Cina è quest’ultima ad aver investito di più, anche se è in ritardo con le attività preparatorie.

PER ORA MANCANO LE COMPETENZE

Di fronte all’ottimismo sulle potenzialità per il business, esiste dall’altro lato la consapevolezza che le risorse umane, a qualsiasi livello, devono avere capacità adeguate a cogliere le nuove opportunità: a livello globale, il 42% degli intervistati ha risposto che talento e abilità rappresentano una barriera significativa da affrontare per quanto riguarda la connettività di prossima generazione. Nel Regno Unito, in particolare, i dirigenti emergono come quelli che probabilmente ritengono di non avere competenze necessarie per sfruttare le opportunità che questa offre, nonostante la maggioranza di essi sia propensa a credere che la connettività sarà più importante nei prossimi cinque anni (92%). Le aziende dei Paesi Bassi sembrano affrontare questo problema in maniera più diretta, con il 44% degli intervistati che afferma che la propria azienda ha già ingaggiato nuovi talenti in vista dell'adozione della connettività di nuova generazione, dato significativamente superiore alla media globale (26%).

GLI OSTACOLI ALL'ADOZIONE DELLA NUOVA CONNETTIVITÀ

Oltre a competenze e talenti, dirigenti e manager aziendali hanno identificato ulteriori sfide che impediscono di adottare la connettività di prossima generazione. I costi richiesti per gli investimenti in infrastrutture sono in cima alla lista (44%), seguiti dalla mancanza di talento e competenze (42%), dai temi legati alla privacy (41%) e dalle preoccupazioni per la sicurezza (39%). Su questi ultimi due punti Jon Fell, partner di Osborne Clarke, sostiene che pur esistendo il rischio che una maggiore connettività porti a maggiori opportunità per i cyber-criminali di accedere ad una rete dati, “non dovremmo lasciare che queste paure ostacolino l’adozione; le aziende devono invece prendere le misure necessarie per prepararsi, in modo da rispondere alle minacce molto più rapidamente in questa nuova era della connettività”. In questo senso, secondo Fell, saranno necessari investimenti, nuove partnership e diversi approcci legati alla sicurezza e alla protezione dei dati.