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Italiani, voglia di risparmio

Secondo l’ultima indagine Acri-Ipsos, l’86% dei cittadini vorrebbe accumulare maggiori risorse: la liquidità resta il rifugio principale, ma cresce l’appeal del mattone e degli strumenti finanziari reputati più sicuri

L’incertezza del momento accresce la voglia di nuove e solide garanzie. E gli italiani, da sempre risparmiatori incalliti, si confermano così un popolo di formiche. Al punto tale che, se solo ne avessero la possibilità, arriverebbero ad accumulare ancora più risorse. È l’immagine che arriva dall’ultima indagine Gli italiani e il risparmio, pubblicazione periodica curata da Acri e Ipsos che è stata presentata, come vuole tradizione, alla vigilia della Giornata mondiale del risparmio.
Lo scenario di fondo, come già accennato, appare dominato dall’incertezza. Nonostante la crescita degli ultimi anni, la fine della crisi appare ancora lontana: secondo la maggioranza degli italiani, ci vorranno ancora quattro anni per uscire dal tunnel imboccato dieci anni fa. L’ottimismo c’è, soprattutto fra i giovani del Sud, ma le preoccupazioni non mancano: calano gli italiani soddisfatti della propria condizione economica, passati in un anno dal 56% al 55%, e crescono fino a toccare il 24% le famiglie che dichiarano di essere state colpite direttamente dalla crisi.
Allora che si fa? Si opta per una sorta di assicurazione fai da te, con la tensione al risparmio che si conferma forte, soprattutto in un’ottica cautelativa. Una scelta che non stupisce, visto che il 38% dei cittadini afferma di non vivere serenamente se non riesce a risparmiare. Salgono così al 39%, dopo il 37% dello scorso anno, gli italiani che affermano di aver messo da parte qualcosa negli ultimi dodici mesi. Il risultato è che, come rilevato dall’Istat, il risparmio lordo delle famiglie italiane è cresciuto del 17% rispetto al 2017. Numeri che potrebbero essere addirittura più elevati, se si considera che l’86% della popolazione, se potesse, metterebbe da parte qualcosa in più.
La liquidità, com’naturale in un’ottica di risparmio cautelativo, resta la scelta principale: seppur in calo rispetto al 67% del 2017, la preferenza per il contante si attesta al 62%. Sul fronte degli investimenti, le novità si fermano invece alle intenzioni: per quanto infatti resti costante al 7% la quota di chi decide di investire la maggior parte del proprio capitale, cresce l’appeal del mattone e degli strumenti finanziari giudicati più sicuri, in particolare titoli di Stato e polizze vita. La dinamica degli investimenti immobiliari si conferma così in crescita per il quarto anno consecutivo: siamo tuttavia ancora lontani dai dati del 2006, quando il mattone raccoglieva il 70% delle preferenze e poteva ragionevolmente essere definito l’investimento ideale per gli italiani. Oggi l’investimento ideale non esiste più. La popolazione si divide in tre gruppi, sostanzialmente omogenei per quantità: il 32% della popolazione guarda agli immobili, il 31% indica gli strumenti finanziari più sicuri, il 30% pensa più semplicemente che l’investimento ideale non esista. E magari decide di lasciare i soldi nel conto corrente.